“Morte come conseguenza di altro delitto”, è questo il reato ipotizzato carico di ignoti per la morte di Nico Marra, il 20 enne di Chiaia morto per una caduta da un dirupo a Positano nella notte da il sabato e la domenica di Pasqua. Il ragazzo si era detto che ubriaco era uscito dalla discoteca intorno alle 4 di notte, abbandonato dagli amici e dalla ragazza che era con lui e poi aveva perso l’orientamento fino ad incamminarsi, sotto la pioggia, lungo il sentiero che porta al vecchio cimitero di Positano. Da quel momento si persone le tracce visive da parte delle telecamere del sistema di video sorveglianza pubblico del centro costiero. Il ragazzo sarà ritrovato morto quasi due giorni dopo giù nel vallone a 70 metri di profondità con la testa fracassata e le ossa rotte dalla caduta. E anche se si è pensato fin dal primo momento che si è trattato di un maledetto incidente gli investigatori non hanno voluto chiudere il fascicolo d’inchiesta. A giusta ragione, perchè gli esami tossicologici, anche se non ancora completi fanno emergere un quadro preoccupante dal punto di vista investigativo. I risultati non ancora ufficiali dell’autopsia eseguita dal professore Pietro Tarsitano della Federico II e dalla tossicologa Pascale Basilicata evidenzierebbero la presenza, nel sangue di Nico, di sostanze chimiche non ancora tipizzate. Gli espetti hanno chiesto un’altra settimana di tempo prima di consegnare la relazione finale nelle mani dei magistrati. ma qualcosa non quadra. Il ragazzo avrebbe ingerito o qualcuno gli avrebbe fatto ingerire qualcosa che avrebbe alterato le sue condizioni psicofisiche . Secondo quanto accertato finora ci sarebbero tracce di alcol nel suo corpo ma non in grandi quantità: Nico aveva bevuto ma, probabilmente, non era tanto ubriaco come hanno tutti voluto far credere. Quello stato di tristezza (lo hanno visto nella discoteca Music on the rocks dove era stato con amici e amiche) mista a rabbia era dovuto ad altro. Così come quel suo stato di appannamento mentale. Niente di ufficiale per il momento ma i due esperti nominati dalla Procura di Salerno, titolare del caso, vogliono vederci chiaro. Si pensava che dopo i funerali, dopo gli appelli del padre rivolto ai giovani a non bere e a non buttare via la vita e dopo la serata ricordo dei giorni scorsi si era detto e scritto tutto sulla storia e sulla morte di Nico. ma alla luce di quanto sta emergendo sono ancora molti i capitoli da scrivere.
Articolo pubblicato il giorno 16 Aprile 2018 - 23:33