Sit-in di protesta davanti al palazzo di Giustizia di Napoli degli attivisti della Terra dei fuochi contro la scarcerazione dei fratelli Giovanni, Salvatore e Cuono Pellini, condannati con sentenza definitiva a 7 anni di carcere per disastro ambientale e rimessi in liberta’ con un provvedimento provvisorio (che dovra’ essere valutato dal tribunale di sorveglianza) della procura generale presso la Corte d’Appello, che in seguito a uno ‘sconto’ di tre anni legato all’indulto del 2006 ha disposto l’assegnazione dei tre ai servizi sociali. Ieri contro la scarcerazione dei Pellini si era espresso il vescovo di Acerra, Antonio Di Donna. Oggi le ragioni della protesta sono finite sui manifesti: “Nessun beneficio all’eco-mafia, Pellini in galera”. “Quanto accaduto e’ un segnale negativo che la giustizia da’ ai cittadini – commenta Alessandro Cannavacciuolo, del movimento in difesa della Terra dei Fuochi – perche’ non e’ possibile che chi ha inquinato terra e acqua dei nostri territori lucrando sulla salute altrui sia a piede libero solo dopo alcuni mesi”. Per Paola Nugnes, senatrice del M5s presente alla manifestazione, “la sentenza definitiva per i fratelli Pellini, l’unica in Campania per reati ambientali a non essere andata in prescrizione, era di fatto l’unico risarcimento morale ed etico che ora ci e’ stato scippato. I Pellini, ai quali e’ stata concessa la cumulabilita’ di due vantaggi, indulto ed affidamento ai servizi sociali, sono tornati liberi dopo aver avvelenato terreni e falde acquifere di fatto non ancora bonificati. Quanto successo e’ un’offesa per tutti i cittadini di Acerra ed un segnale, per chi vuole delinquere, che c’e’ sempre una scappatoia”.
Articolo pubblicato il giorno 3 Aprile 2018 - 13:07