Napoli. La pista che porta a Vola è quella giusta. I killer di Emanuele “Pisellino” Errico sono già uccel di bosco. Si sono allontanati dal territorio. Sono andati altrove, pensano di stare al sicuro. Sanno di avere il fiato sul collo dei carabinieri che li avrebbero già individuati. Il 19 enne ucciso tre sere in via al Chiaro di Luna al rione Conocal di Ponticelli ha pagato con la vita l’affronto fatto ad alcuni personaggi legati alla camorra di Volla. Una lite per questioni di droga. Non c’entra niente la faida di camorra che da mesi sta insanguinando la zona orientale di Napoli. Non c’entrano niente i de Micco, i D’Amico, i Mazzarella, i Rinaldi e le altre famiglie camorristiche di Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio protagonisti delle stese e degli attentati degli ultimi mesi. Pisellino sarebbe stato ucciso perché avrebbe preso in malo modo e minacciato alcuni pregiudicati di Volla che avrebbero deciso di fargliela pagare subito. I racconti di parenti e amici degli ultimi giorni di vita di Emanuele Errico
che nonostante gli arresti domiciliari, li violava continuamente uscendo di casa hanno aiutato gli investigatori ad avere un quadro ben preciso della situazione. Il resto lo ha fatto la “lettura” del suo smartphone. Qualcuno di cui si fidava gli aveva dato appuntamento quella sera. Un appuntamento per chiarire la situazione con quelli di Volla. Emanuele, con il suo carattere da spavaldo e da guascone, ci è andato senza precauzioni. Senza compagnia. Ci è andato da solo a quello che è rivelato “l’appuntamento con la morte”. Ma deve averlo capito quasi subito perché ha cercato di fuggire ma è stato centrato alla schiena ed è morto mentre entrava in sala operatoria a Villa betania dove era stato trasportato subito dopo l’agguato. Il proiettile lo ha centrato al cuore. Gli investigatori tra l’altro non sono convinti che chi ha ucciso Errico fosse andato lì con quel compito. E’ probabile che volesse solo infliggergli una lezione, gambizzarlo. Ma Emanuele è scappato e lui ha sparato. Non ha mirato alle gambe perché, probabilmente non essendo un professionista, non le avrebbe colpite e allora ha mirato al bersaglio grosso, uccidendolo. Resta da capire perché e come sia stato ferito anche Francesco Ciro Denaro un 30 enne di Volla colpito alle gambe. Perché uno proprio di Volla era li quella sera?Era un conoscente di Emanuele Errico che sapeva che stava violando gli arresti domiciliari. Ha avuto un ruolo nell’agguato? O era li per caso? Sono tutte domande a cui gli investigatori hanno cercato di dare una risposta in queste ore per trovare una spiegazione all’omicidio del 19enne che sulla sua pagina facebook inneggiava ai D’Amico “Frauella” e ai Minichini e che aveva scritto profeticamente: “Qui sono nato ,e qui morirò, Rione Conocal”. E così, purtroppo per lui, è stato.
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