Cronaca Nera

Napoli, il procuratore Melillo: ‘Non sappiamo dove avrebbe colpito il giovane terrorista’

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Il procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, ha spiegato che non sono note le circostanze “di tempo e di luogo” in cui l’atto terroristico che doveva compiere il giovane gambiano, arrestato nei giorni scorsi a Licola in provincia di Napoli, sarebbe stato organizzato.  Aveva fatto ingresso in Italia il 22 marzo 2017 Touray Alagie, il 21enne gambiano ritenuto gravemente indiziato di partecipazione all’organizzazione terroristica Isis. Il ragazzo era arrivato al porto di Messina con 638 migranti, di cui 209 provenienti dal Gambia, partiti dalla Libia. Da circa un anno era ospite di una struttura alberghiera di Licola, nel comune di Pozzuoli, dove è stato allestito un centro accoglienza. All’interno del centro accoglienza ha realizzato il video nel quale presta giuramento al califfo Al Baghdadi, capo riconosciuto dell’Isis. Non sono stati ancora identificati gli utenti Telegram che hanno ricevuto il video.

 Il fermo del gambiano accusato di terrorismo e’ avvenuto venerdi’ scorso, 20 aprile. Il 24 il gip ha convalidato il fermo ed emesso a suo carico una ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di partecipazione a una associazione terroristica denominata ‘Islamic State’ o ‘Daesh’. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in una conferenza stampa cui hanno preso parte tra gli altri il procuratore di NAPOLI Giovanni Melillo, il capo della polizia Franco Gabrielli, il questore di Napoli, Antonio De Iesu, il comandante del Ros Pasquale Angelosanto. Alagie Touray, questo il nome del gambiano, risiedeva in un centro per l’accoglienza dei migranti a Licola, sul litorale flegreo. Era titolare di un foglio di soggiorno provvisorio, in attesa che venisse esaminata la sua richiesta di asilo politico.

 Touray Alagie e’ nato in Gambia il 10 dicembre 1996, e deve rispondere di partecipazione all’organizzazione terroristica denominata Islamic state o Daesh. Le indagini sono partite dall’acquisizione del video diffuso da canali della app Telegram che lo ritraeva proprio nell’atto di prestare giuramento al capo riconosciuto dell’organizzazione terroristica; gli inquirenti sono poi risaliti a lui, identificando la persona ritratta nel video nel 22enne fotosegnalato al momento dello sbarco. La registrazione del video e’ avvenuta all’interno del centro di accoglienza per migranti di Pozzuoli dove lui era da un anno. Il gambiano, durante l’interrogatorio dopo il fermo, ha ammesso di aver personalmente curato questa registrazione audio/video e di aver ricevuto sempre attraverso la stessa app istruzioni per questo attacco terroristico che avrebbe dovuto compiere. Il video e’ stato girato con un cellulare e il 10 aprile scorso all’interno della sala mensa della struttura alberghiera in localita’ Licola che e’ adibita a centro di accoglienza ed e’ stato inviato attraverso un canale Telegram a utenti che non sono ancora identificati fra il 12 e il 13 aprile. Poi Touray in alcune chat di Telegram ha chiesto a diversi interlocutori a mezzo di messaggi vocali di “pregare per lui” perche’ era “in missione”. Il fermo e’ stato convalidato dal gip p di Napoli 24 aprile scorso con la contestuale emissione di un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere perche’ il 22enne in concorso con altre persone non ancora identificate partecipava a una associazione terroristica internazionale ramificata in piu’ Stati anche europei capeggiata dal califfo al Baghdadi che ha come finalita’ quella di compiere atti di violenza per intimidire e destabilizzare strutture politiche e costituzionali degli Stati interessati. Il ragazzo ha giurato “fedelta’ al califfo dei musulmani nei momenti difficili e facili, nel mese di Rajab giorno 2” in nome di Allah “testimone di quello che dico”. Le indagini proseguono per ricostruire ogni aspetto della vicenda ma soprattutto le modalita’ e le circostanze del percorso di radicalizzazione di reclutamento del 22enne. 


Articolo pubblicato il giorno 26 Aprile 2018 - 12:34

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