Napoli. L’atteggiamento di chi ha iniziato a prendere consapevolezza di quanto accaduto e delle conseguenze che scaturiranno. A.R. con lo sguardo fisso sul monitor che trasmette le immagini dell’aggressione ad Arturo confessa di essere lui. “Si, quello sono io” dice ai magistrati con la voce pacata. “Mi dispiace per quello che è successo. Ho capito di aver sbagliato a non intervenire per fermare i miei amici ed aiutare il ragazzo’’ avrebbe detto mentre guardava le immagini delle telecamere di videosorveglianza di alcuni negozi di via Foria.
Sulle parole del giovane c’è massimo riserbo, ma, come riporta Il Mattino, con molta probabilità la chiusura del cerchio è vicina. La versione fornita da A.R. sarà messa al confronto con quelle degli altri indagati. C’è chi nega tutta la linea non riconoscendosi nelle immagini, chi respinge le accuse e propone una versione diversa. I video sono una prova importante, fondamentale per le indagini ma in nessuno dei filmati c’è l’immagine chiara dell’aggressione. Ci sono inquadrature da lontano ma non c’è una ricostruzione nitida di tutta la scena. Nei video ci sono A.R. e tre ragazzi, tutti in carcere in via cautelare. Tranne uno che ha 13 anni e non è imputabile. A.R. ha confermato la sua estraneità ai fatti. “Non l’ho accoltellato io. Non sono stato io a colpirlo”, questa la sua versione e con molta probabilità la difesa chiederà un esame probatorio, ovvero un confronto con la vittima. Il gruppo era uscito per una passeggiata in un pomeriggio che non è stato qualunque ed aggredirono Arturo, riducendolo quasi in fin di vita.
Articolo pubblicato il giorno 10 Aprile 2018 - 10:24