“Il segretario del Governo di Jalisco, in Messico, Roberto Lopez Lara, ha dichiarato in una conferenza stampa l’altro ieri che ci sono due mandati di arresto sul caso dei tre italiani scomparsi: sono due settimane che dice la stessa cosa però non fa mai i nomi. Vorrei che l’Italia richiedesse almeno di sapere di chi si tratta”. Sfoga così la sua rabbia e la sua preoccupazione Francesco Russo, figlio di Raffaele Russo, fratello di Antonio e cugino di Vincenzo Cimmino, i tre italiani che dalla fine dello scorso mese di gennaio risultano scomparsi in Messico. Le famiglie Russo e Cimmino hanno più volte sottolineato di non avere fiducia nelle autorità messicane e chiesto un maggiore coinvolgimento italiano, anche nell’attività di indagine. Ma nonostante i vari solleciti e la visita e il confronto con gli investigatori messicani da parte del sottosegretario Vincenzo Amendola e del console italiano in Messico oramai da tre settimane non arrivano novità investigative. E l’annuncio dell’altro giorno sembra più un contentino per la stampa internazionale che da mesi ormai tiene i fari puntati su Jalisco. Le famiglie dei tre napoletani sono sempre pronte a partire per il Messico per seguire da vicino le indagini e lo sviluppo dell’inchiesta ma vorrebbero una maggiore attenzione da parte del governo italiano che non arriva. Nel frattempo hanno anche messo a disposizione due milioni di pesos , pari a circa 90 mila euro italiani, come ricompensa per chi fornisce notizie utili alle indagini. Dopo i primi giorni sembrava che qualcosa di fosse mosso. Poi nel frattempo sono arrivate solo telefonate di sciacalli che volevano speculare sulla vicenda. Ora l’annuncio di altri due fantomatici arresti. Il giallo e il mistero continua.
Articolo pubblicato il giorno 13 Aprile 2018 - 08:34