Matteo Messina Denaro, Giovanni Motisi e Marco Di Lauro. Sono due mafiosi e un camorrista i primi tre superlatitanti inseriti nella lista dei âmost wantedâ stilata dal Viminale. Lista che â dopo lâarresto del settembre scorso a Montevideo del ândranghetista Rocco Morabito â comprende anche un quarto e ultimo nome, quello di Attilio Cubeddu: niente mafie per lui ma un ruolo da protagonista nellâAnonima sequestri sarda. Il piuâ conosciuto, e pericoloso, di tutti resta Messina Denaro, âu siccuâ, âil magroâ, letteralmente sparito nel nulla nel â93, lâanno delle bombe a Milano, Firenze e Roma, dopo una vacanza a Forte dei Marmi con i fratelli Graviano: eâ ricercato in campo internazionale â precisa la scheda della Direzione centrale della Polizia criminale â per âassociazione di tipo mafioso, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto ed altroâ. Figlio di Francesco, capo della cosca di Castelvetrano e del relativo mandamento, compie giusto oggi 56 anni ma non deve essere il piuâ felice dei compleanni visto che pochi giorni fa lâennesimo blitz di polizia e carabinieri gli ha bruciato ancora piuâ terra intorno, decapitando i vertici delle cosche del Trapanese (compresi due cognati) da lui stesso investiti della responsabilitaâ di gestire gli âaffari di famigliaâ. Protagonista di un numero imprecisato di esecuzioni e tra gli organizzatori del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo â rapito per costringere il padre Santino a ritrattare le rivelazioni sulla strage di Capaci e poi strangolato e sciolto nellâacido dopo 779 giorni di prigionia â Matteo Messina Denaro secondo molti inquirenti non sarebbe il capo di Cosa nostra ma sicuramente continua a rivestire un ruolo di assoluto rilievo: la rivista âForbesâ lo ha incluso tra i dieci latitanti piuâ pericolosi del mondo. Difficile distinguere il vero e il falso in quello che di lui raccontano informatori e pentiti: che, beffando chi lo bracca da anni, vivrebbe in Sicilia, spostandosi di continuo; che si sarebbe sottoposto in Bulgaria (o in Piemonte) a una plastica ai polpastrelli e al viso; che avrebbe seri problemi agli occhi e ai reni, tanto da aver bisogno della dialisi; che godrebbe della protezione dalla ândrangheta. Di volta in volta, câeâ chi lo ha collocato sulle tribune del âBarberaâ per un Palermo-Sampdoria, chi su una spiaggia greca, in vacanza con la compagna Maria, chi in una casa di Baden, in Germania. âNon so se a breve o a brevissimo, ma al suo arresto si arriveraâ certamenteâ, ha assicurato pochi giorni fa il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho. Nel frattempo, la caccia continua.
A lui come a Giovanni Motisi, âu pacchiuniâ, âil grassoâ, 59 anni, palermitano doc, ricercato dal â98 per omicidio, dal 2001 per associazione di tipo mafioso e dal 2002 per strage: due anni fa eâ finito anche nella lista dei criminali piuâ ricercati dallâEuropol. Ha lâergastolo da scontare, il killer di fiducia di Totoâ Riina, secondo un collaboratore di giustizia presente anche quando si parloâ per la prima volta di ammazzare il generale Dalla Chiesa. Nel â99, durante la perquisizione della sua villa di Palermo, spunta una fitta corrispondenza tra lui e la moglie Caterina, bigliettini recapitati da âpostiniâ fidati assieme a vestiti e regali. Ed eâ dello stesso anno lâultima âapparizioneâ certa in Sicilia di âu pacchiuniâ, alla festa di compleanno della figlia: nelle foto ritrovate diversi anni dopo risaltano le pareti coperte con lenzuola bianche per non far riconoscere il posto. Da allora, piuâ niente o quasi tanto da alimentare il sospetto â ricorrente nelle grandi latitanze â che Motisi possa essere morto. Unâaltra ipotesi eâ che abbia cercato, e trovato, riparo in Francia: lâesattore del racket Angelo Casano ha raccontato che nel 2002 Motisi âperseâ la reggenza di Pagliarelli a vantaggio di Nino Rotolo e che per un paio dâanni si nascose nellâAgrigentino, âterraâ di Giuseppe Falsone. Boss arrestato nel 2010 dalla Gendarmeria francese a Marsiglia.
ÃÂ Di Marco Di Lauro, 38 anni a giugno, ricercato dal 2005 per associazione di tipo mafioso, gira una sola foto ufficiale, quella con la faccia da bravo ragazzo, âinvecchiataâ due anni fa dalla polizia con il software di age progression: del resto, ha appena 24 anni quando sfugge alla ânotte delle manetteâ, maxi blitz delle forze dellâordine. Numero due della lista del ministero dellâInterno, il latitante di camorra piuâ ricercato al mondo eâ stato indicato da un pentito come mandante di quattro omicidi. Quarto figlio del boss Paolo, detto âCiruzzo oâ milionarioâ (per questo nel libro mastro degli stupefacenti viene indicato con la sigla F4, dove F sta appunto per figlio), scala le gerarchie del suo clan giovanissimo e sfrutta il suo talento di calciatore per attirare e affiliare giovanissimi âsoldatiâ: di lui dal luglio 2013 si occupano anche gli 007 a stelle e strisce per presunti affari poco chiari a New York. Le voci sono tante e tanto discordanti dallo sconfinare nella leggenda: una villa nel Vesuviano per summit e incontri; lâamore per una donna legata a un clan di Torre Annunziata; il debole per i motori e le scarpe griffate; la capacitaâ di nascondersi, allâoccorrenza, sotto abiti e parrucche da donna; lâintervento di plastica facciale. Dopo un periodo a Dubai, si sarebbe spostato in Slovenia, o in Grecia, o piuâ probabilmente in Francia: ma senza mai rinunciare a puntate sporadiche a casa, a Secondigliano. Pronto a riprendersi la sua fetta di âGomorraâ.
ÃÂ Anche di Attilio Cubeddu, l'âultimo banditoâ di Ogliastra non ci sono piuâ tracce da tempo, e anche di lui si dice che sia passato a miglior vita, forse ucciso. Nato nel 1947 ad Arzana, in provincia di Nuoro, brucia le tappe della carriera criminale e partecipa in Toscana ed Emilia Romagna ai rapimenti di Cristina Peruzzi, Ludovica Rangoni Machiavelli e Patrizia Bauer: arrestato nellâaprile dellâ84 a Riccione e condannato a 30 anni, si guadagna diversi permessi premio con la sua condotta da detenuto modello. Peccato che il 7 febbraio del â97 al carcere di Badu âe Carros attendano invano che rientri da uno di questi permessi: e da latitante cede presto al vecchio âviziettoâ, restando coinvolto nel sequestro di Giuseppe Soffiantini (eâ lui il custode dellâostaggio). Eâ ricercato in campo internazionale, ma chi tuttora gli daâ la caccia eâ convinto che viva protetto dalla sua terra e da una rete di fiancheggiatori: la moglie 62enne e la seconda figlia abitano ancora nella casa di Arzana confiscata poche settimane fa dal Ros, un edificio di quattro piani che nel febbraio di un anno fa era stato passato al setaccio dallo stesso Ros, insieme con altri due appartamenti del paese. Cercavano Cubeddu, i carabinieri. E si cercano i vivi, non i morti.ÃÂ
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