“Il nostro tempo preferisce l’immagine alla cosa, la copia all’originale, la rappresentazione alla realtà, l’apparenza all’essere. Ciò che per esso è sacro, non è che l’illusione, ma ciò che è profano, è la verità. […] Il consumatore reale diventa consumatore di illusioni. La merce è questa illusione effettivamente reale, e lo spettacolo la sua manifestazione generale. […] Il feticismo della merce raggiunge dei momenti di eccitazione fervente (G. Debord); è sulla inadeguatezza dell’uomo contemporaneo dominato dalla superfetazione della materia/immagine, sull’azzeramento incalzante che minaccia la ricerca estetica anestetizzata – ed anestetizzante – al servizio del capitalismo, l’urgenza di creare nuovi elementi di disturbo, di cui l’uomo necessita per destarsi alla simpatia simbolica e rivelatrice dell’arte, che si ispira la riflessione proposta da Antonello Matarazzo – scrive la curatrice Raffaella Barbato – in questo nuovo lavoro video installativo; l’artista attraverso l’inquietudine percettiva offerta dell’uso di immagini in semi movimento, interroga i temi della e della caducità relazionale, conseguenza della dilagante bulimica dipendenza da corpi/immagini svuotate di senso. L’inedito lavoro, proposto in questa nuova personale campana dal titolo IN VITRO, è costituito da piccole gabbie/reliquiari, articolate nello spazio secondo una ragionata relazione, volta a creare una sorta di simbolica , costituita da icone dal sapore olografico, grazie alla composizione costituita da livelli sovrapposti (3D); epitaffi in cui uomo e natura si alternano in un continuum di interferenze e cortocircuiti visivi”.
In dialogo e completamento con l‘istallazione una serie di video – segni in movimento -, che rinviano al nucleo centrale della ricerca di Antonello Matarazzo, che si fonda da sempre sull’equivocità percettiva tra immagine fissa e immagine in movimento – micromovimenti delle immagini fotografiche – attraverso il sapiente uso delle tecniche del morphing e del warping, prescelte come trait d’union tra pittura, video e video-installazioni, e come strumenti di indagine del mondo introspettivo.
Sabato 19 maggio – ore 20.30 – il lavoro dell’artista sarà interrogato dalle contaminazioni musicali e performative di Elizabete Balčus (musicista e performer lettone), che con le sue note sperimentali ci guiderà in un viaggio di suggestioni onirico-surrealistiche e neo-psichedeliche; un’improvvisazione di ispirazione teatrale e che si fonde magicamente con il free-jazz, il beat elettronico, elementi di musica da camera, distorsioni audio e la sua voce ipnotizzante che interagirà direttamente con l’installazione proposta da Matarazzo. Il progetto a cura di Raffaella Barbato, supportato dalla concessione del Matronato della Fondazione Donnaregina di Napoli, in esposizione fino alla fine di maggio, negli spazi indipendenti della SAACI/Gallery di Sabato Angiero, dopo la preview campana, farà tappa a Palazzo Tupputi, in Puglia, con la coordinazione dell’associazione Cineclub Canudo / Avvistamenti e la curatela di Bruno Di Marino, e successivamente a Roma, presso la Galleria Pio Monti.
Antonello Matarazzo, pittore, regista e video artista, esponente del Medialismo. Ha lavorato come costumista e aiuto regista al Teatro Bellini di Catania. Dal 1990 è impegnato nella ricerca nel campo delle arti visive. Dal 2000, data del suo cortometraggio d’esordio, The Fable (18° Bellaria Film Festival) – prodotto da Fuori Orario (Raitre) – i suoi video sono stati accolti da numerosi festival cinematografici italiani e internazionali, alcuni dei quali come la Mostra Int.le del Nuovo Cinema di Pesaro, il Festival Internacional de Cine de Mar del Plata di Buenos Aires hanno proposto sue retrospettive. Nel 2013 il Festival Signes de Nuit di Parigi gli dedica un Regard Specifique. Realizza inoltre video musicali e documentari a carattere artistico. Latta e Cafè (4° Festival Int.le del Film di Roma), prodotto per la Filmauro da Luigi e Aurelio De Laurentiis, viene riconosciuto di “Interesse culturale” dalla Direzione Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’album Canti, ballate e ipocondrie d’amore di Canio Loguercio e Alessandro D’Alessandro, per il quale Matarazzo firma il video ufficiale – distribuito da Squilibri Editore – vince la Targa Tenco 2017. Il nucleo della sua ricerca si fonda sull’equivocità tra immagine fissa e movimento, il trait d’union tra pittura, fotografia e video-installazioni è costituito dall’inclinazione nell’indagare aspetti introspettivi e antropologici. Questa caratteristica del suo lavoro fa sì che in molte Università, tra cui quelle di Pisa, Brera e Cambridge, le sue opere vengano mostrate in seminari e workshop a scopo didattico. La RaroVideo nel 2014 ha pubblicato un’antologia completa dei suoi lavori dal titolo “Antonello Matarazzo, Video e Installazioni”, a cura di Bruno Di Marino, per la collana “Interferenze” di Gianluca e Stefano Curti Editori. Il lavoro di Antonello Matarazzo è stato presentato nella 53° e 54° edizione della Biennale Arte di Venezia.
Articolo pubblicato il giorno 17 Aprile 2018 - 09:20