E’ ambientato negli anni Ottanta a Pianura, periferia di Napoli, il libro edito da Einaudi di Fortunato Cerlino. Dietro il volto feroce di don Pietro Savastano in “Gomorra – La serie” si nascondeva un fiorente e valido scrittore, come dimostra il suo primo lavoro letterario “Se vuoi vivere felice”.
Un romanzo di matrice autobiografica i cui il protagonista ha lo stesso nome dell’autore.
Chi ci abita lo chiama il Far West. Fortunato ha dieci anni, una fame incontenibile – di cibo, di storie e d’amore – e un’immaginazione sfrenata. In famiglia lo chiamano ‘o strologo, quello che sa le cose. Da grande vorrebbe fare il cantante neomelodico. Ma anche l’attore. Pure l’astronauta non sarebbe male. Oppure può raccogliere da terra la Smith & Wesson 357 Magnum di Patrizio, ‘o figlio do Bulldog, e mettersi a sparare come tanti altri. Vive in due stanze con i genitori, i tre fratelli e la nonna, arrivata all’improvviso dopo che un sasso enorme è precipitato sul tetto di casa sua – così dicono i grandi – minacciando di sfondarle il soffitto. Quello che pochi sanno è che Fortunato ha un sogno più grande di lui, qualcosa che lo tiene sveglio la notte. Andare lontano, schizzare via. Perché la vita corre, e va acchiappata.
La scrittura di Cerlino ha una sua propria e indiscutibile originalità, come pure l’impianto della storia. Il suo romanzo di formazione, un esordio di tutto rispetto, è un tentativo ben riuscito di rimettere assieme i pezzi della propria infanzia e adolescenza, visti da una prospettiva adulta. Fortunato, oramai attore di fama, dialoga con il Fortunato bambino capace di nascondersi per ore in un bidone maleodorante dopo uno scontro familiare.
Uno scivolamento in una dimensione sentimentale e intimista che appare un po’ slegata dai segmenti iniziali della storia raccontata.
Articolo pubblicato il giorno 26 Aprile 2018 - 08:47