L’effetto Baku colpisce ancora. Tamponamenti, safety car, sorpassi e forature, più errori da scuola guida come quello di Grosjean, per esempio, andato a schiantarsi scaldando le gomme prima dell’ultima ripartenza. Shakerate il tutto per 51 giri a fil di muretto e otterrete una gara pazza come e più di quella dello scorso anno. La vince Hamilton, ma in realtà sono tre corse in una perché la prima l’aveva dominata Vettel con 40 giri perfetti al comando e la seconda Bottas, bravo e fortunato nel ritardare il pit stop aspettando l’imprevisto, lo scontro fratricida fra le due Red Bull – Verstappen tamponato da Ricciardo – che ha rimandato in pista la safety car e rimescolato le carte. La buona stella del finlandese è però durata solo 7 giri, quindi la foratura causata da un detrito gli è costata il ritiro e ha regalato il successo al campione del mondo che per la prima volta in questa stagione chiude primo e si prende anche la leadership del Mondiale, a +4 su Vettel. Già, perché nel caos finale sbaglia anche il tedesco: attacca Bottas alla ripartenza dopo la safety car ma va lungo alla prima curva spiattellando le gomme e nel giro successivo, oltre a quello di Raikkonen, subisce anche il sorpasso di Perez, chiudendo quarto. La Mercedes ottiene dunque una vittoria ormai insperata, sfiorando persino la doppietta, mentre la Ferrari intasca il minimo sindacale.
Articolo pubblicato il giorno 29 Aprile 2018 - 17:29