C’è un indagato per la morte di Aniello Bruno, il detenuto del carcere di Fuorni deceduto la mattina di Pasqua. Si tratta di un medico dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona che lo aveva visitato e poi dimesso qualche giorno prima del decesso avvenuto per una perforazione allo stomaco. Il pm Federico Nesso della Procura di Salerno oggi affiderà l’incarico peritale per accertare le cause della morte. Secondo quanto accertato dagli investigatori e riportato nelle cartelle cliniche sequestrate per il medico del pronto soccorso, ora indagato per omicidio colposo, Bruno aveva soltanto una colica renale. La famiglia attraverso l’avvocato Pierluigi Spadafora ha presentato una denuncia per chiarire le cause della morte ed è pronto a nominare dei propri periti medici per assistere all’esame autoptica. Da lì si capirà se la perforazione dell’intestino che ha portato alla morte Aniello Bruno era già in corso quando è stato visitato al Ruggi.
Sulla vicenda, come riporta Il Mattino è intervenuto Donato Salzano, segretario dell’associazione Radicale Maurizio Provenza: “Aniello aveva una famiglia ad Angri e una dignità di essere umano che è stata violata. Era sì detenuto ma aveva ancora in tasca la tessera del servizio sanitario nazionale. Ancora una volta, a Fuorni si muore: Aniello è il terzo detenuto morto dall’inizio di questo 2018 a Fuorni, dopo i due morti tra novembre e dicembre del 2017, cinque morti in cinque mesi, questo il triste bilancio di una banalità del male che non si ferma neanche il giorno di Pasqua. Giovedì Santo Papa Francesco al carcere di Regina Coeli aveva avuto parole di forza e amore in difesa degli ultimi nelle carceri: la pena che non è aperta alla speranza non è cristiana e non è umana. Questo messaggio continua ad essere violato”.
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