Dopo aver ucciso l’amico a coltellate e, mentre il corpo del giovane Antonio Pascuzzo è in una pozza di sangue sull’asfalto, Karol gli infligge anche un calcio al viso. Potrebbe essere questa la macchia nera ritrovata sul volto della vittima durante l’esame autoptico il quale ha confermato che la morte è avvenuta il 6 aprile, giorno della sua scomparsa. Secondo quanto ricostruito dai militari di Sala Consilina i due quella sera si sarebbero incontrati dopo aversi dato appuntamento. Karol Lapenta arriva armato di coltello colpisce Antonio e poi lo trascina per circa 50 metri in un canale senz’acqua. La bicicletta viene gettata da una finestra all’interno della palestra in disuso. Sulle modalità nessun dubbio da parte degli inquirenti, ci sono invece dubbi sul luogo del delitto. I carabinieri hanno fin da subito escluso la pista passionale, probabilmente il movente è da ricercare nello spaccio di sostanze stupefacenti. Probabilmente un ordine non pagato ha fatto scattare la follia omicida del giovane. L’arma del delitto è stata ritrovata. Il coltello usato da Karol Lapenta è stato preso dalla macelleria nella quale lavora il giovane e dopo averlo usato l’ha rimesso nella disponibilità della macelleria. “ Si è definito sempre un amico – ha esclamato con rabbia e commozione il papà di Antonio Alexander – e spesso veniva a casa nostra, suonava e chiedeva di lui. Invece si è dimostrato un animale, una persona malvagia. Non credo che abbia agito da solo ha detto più volte e temo che abbiamo voluto dimostrare qualcosa a qualcuno”.
Articolo pubblicato il giorno 17 Aprile 2018 - 06:17