La Città ha bisogno di un cambiamento radicale e i cambiamenti veri richiedono scelte impopolari e coraggiose. Da quasi 20 anni mi occupo di politiche culturali in particolare per la Campania e il territorio vesuviano, mentre sono impegnata politicamente per Castellammare di Stabia da circa 8. Tempo in cui ho avuto modo di maturare una visione sistemica delle problematiche che impediscono alla mia Città di essere florida e vivibile. In passato ho chiesto più volte di operare scelte lungimiranti agli attori della scena politica stabiese che, diciamolo chiaramente, troppo spesso, non solo nei Partiti, hanno il nome di coloro che inseguono o scimmiottano potentati di voto, con accordi e promesse che hanno consegnato la Città al degrado economico, civico e morale in cui si trova. La corsa al voto si esercita a costo di qualsiasi nefandezza, peggiorando di volta in volta e trascinando la Città nel baratro. Accade tanto più oggi che gli stabiesi onesti, svegliandosi dal sonno, vorrebbero partecipare alla discussione politica ritrovandosi, spesso e inconsapevolmente, ad interloquire con personaggi spregiudicati, che da anni curano i propri interessi, saltando di carro in carro e da una nomina all’altra. Film di cui vediamo un remake ogni due anni.
Nuovi attori, qualche variazione sul tema, ma stessa storia inquietante, dal finale scontato, in cui persone indicate come libere e oneste si sottomettono ad affaristi e “capibastone” pur di vincere le elezioni, diventando così parte del sistema. Donne e uomini di partito che trasbordano con disinvoltura da una compagine politica all’altra, pur di restare sul carro vincente; aspiranti sindaci che lasciano ad altri la formazione della propria giunta e che accettano candidati evidentemente fantocci di incandidabili; mogli, figli, sorelle che prestano la propria identità come copertura della candidatura di un congiunto, politicante usurato; parlamentari che patteggiano con i capi corrente per garantire posizioni di spicco ai propri protetti. Insomma, l’ambizione della gloria fa sì che gli interessi della collettività vengano subordinati al tornaconto di lobby di potenti. In tale quadro ha preso piede una tendenza al civismo, purtroppo spesso falso, qualche volta sfruttato da compagini partitiche in calo di consensi. Una modalità che ha trasformato le competizioni elettorali in una guerra tra bande e le amministrazioni in percorsi disseminati di piccoli e grandi ricatti e pagamenti di cambiali elettorali.
La firma delle dimissioni dei consiglieri nello studio di un notaio è la deriva estrema di questo modo di intendere la politica.
È una modalità che, avendo perso di vista l’azione amministrativa quale funzione guida di una città, dilaga a causa di interpretazioni strumentali della legge elettorale, secondo le quali sarebbe perdente per un aspirante sindaco presentare liste di candidati al consiglio comunale “ripulite” dalla logica dei potentati. Di conseguenza gli eletti sono personaggi poco autorevoli e privi di cultura politica e amministrativa. Una condanna certa per Castellammare che passa dalla trascuratezza del bene comune per arrivare alla distruzione di ogni possibilità di sviluppo e crescita per il territorio amministrato. È così che il governo della Città degli ultimi anni, progressista o conservatore che sia stato, ha determinato una graduale involuzione socio-economica e della vivibilità.
Troppo pochi sono coloro che prendono le distanze da tali facili scelte continuando a occuparsi di politica in modo sano.
Bisogna rivedere profondamente la modalità di intendere la politica, trovare criteri e incentivi per promuovere il voto d’opinione e il valore aggiunto di cui è portatore: qualità e libertà di una Politica in grado di anticipare, o comunque cogliere per tempo, grazie all’ascolto dei cittadini quotidianamente impegnati ad affrontare emergenze e coltivare bellezza, i bisogni della società in continua e veloce evoluzione. Una Politica in grado di guidare la Città anche moralmente.
Ci avviciniamo alle ennesime elezioni amministrative anticipate e i nodi si ripresentano.
Da un lato l’elenco degli ex – sindaci, vicari e assessori – pentiti perché bocciati anzi tempo, alla ricerca di riscatto; dall’altro pacchetti di voti, aggregati intorno a pochi nomi, alimentati da greggi di “yes women” e “yes men”, che fanno gola a chi vuole “la poltrona”, ma fanno tremare le vene e i polsi di chi sa che questi hanno messo sotto scacco la Città.
Cambiare i nomi è vano. Bisogna cambiare le modalità.
Mi rivolgo a tutte le forze politiche, soprattutto quelle di ispirazione ideologica democratica. Bisogna avere il coraggio di rischiare, di riunirsi e candidarsi forti di idee e sostenitori liberi e onesti. Bisogna emarginare i potentati, riducendo lo spazio della prepotenza a favore della competenza. Possiamo scrivere dei programmi bellissimi, mettere in campo idee innovative e avveniristiche, ma se ci sottomettiamo ai potentati di voto la Città resterà immobile a sprofondare nel fango degli affaristi e dei trasformisti assetati di potere, che trovano convenienza nell’incancrenirsi dei problemi.
Castellammare di Stabia ha bisogno di un fronte democratico che si compatti su qualità, competenze, capacità e piccoli-grandi sogni.
Affermiamo il diritto degli stabiesi di scegliere i propri candidati senza ingerenze e scegliamo in base a criteri chiari e certi coloro che vogliono e possono far crescere la Città. Se necessario, le segreterie dei Partiti prendano le distanze dai livelli regionali, che, pur di “vincere”, nella nostra Città hanno alimentato i potentati e, attraverso di essi, illegalità, trascuratezza, invivibilità e gravi diseguaglianze.
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