La Dda prepara il ricorso in Cassazione contro la clamorosa decisione del Riesame di liberare la donna boss Rosaria Pagano e tutti gli altri arrestatati nel blitz del gennaio dello scorso anno per scadenza dei termine della custodia cautelare. E così mentre la “zia” di Melito resta ancora in carcere (ha un fine pena nel 2019 per riciclaggio ma potrebbe anche essere liberata molto prima) e nel frattempo ha lasciato il carcere duro sono invece tornati in libertà quasi tutti gli altri anche se con obblighi di residenza fuori dalla regione Campania. Gente del calibro di Mario Avolio o’ ciuraro, socio in affari della Pagano nel traffico di droga, Ferdinando Lizza detto o’ ragiuniere, Salvatore Tufo, il narcotrafficante internazionale Giuseppe Iavarone detto Peppe o’ gitano (che era stato arrestato in Spagna) e poi tutti quelli che erano ai domiciliari come Vincenzo Bolognini, Massimo Cesarini, detto massimino Giuseppe Leonardi, Luigi Leonardi, Salvatore Manzo e Giovanni Onorato. Ora i due pm della Dda di Napoli Maurizio De Marco e Vincenza Marra, preparano il ricorso per Cassazione sulla decisione del Riesame. I magistrati sostengono che i difensori della Pagano che hanno eccepito il regime di “termini a difesa”, erano a conoscenza dei documenti depositati davanti al giudice per l’udienza preliminare che avrebbe dovuto emettere la sentenza con il rito abbreviato. Sentenza che non è arrivata per un accordo tra le parti ma gli avvocati della Pagano hanno presentato il ricorso al Riesame che ha dato loro ragione mandando liberi la maggior parte degli arrestati dell’inhciesta che vede complessivamente ben 58 indagati.
(nella foto da sinistra in alto Rosaria Pagano, Mario Avolio, Giuseppe Iavarone, Ferdinando Lizza, Massimo Cesarni, Giovanni Onorato, Giuseppe Leonardi, Luigi Leonardi, Salvatore Manzo, Vincenzo Bolognini, Salvatore Tufo)
Articolo pubblicato il giorno 19 Aprile 2018 - 08:33 / di Cronache della Campania