“Nessuna manutenzione ordinaria ne’ straordinaria, ho soltanto sostituito il filtro del gasolio”. Lo ha sostenuto il titolare dell’officina meccanica di Volla (Napoli) nell’udienza in corso ad Avellino del processo per la tragedia del bus precipitato il 28 luglio del 2013 dal viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa, nella quale persero la vita 40 persone. Il meccanico, che nella udienza precedente era stato chiamato in causa da Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia “Mondo Travel” e proprietario del bus, ha anche precisato che il cambio del filtro avvenne un mese e mezzo prima della tragedia e di non aver svolto altri controlli, a cominciare dall’impianto di trasmissione. Nel corso dell’udienza e’ stato anche sentito Nicola Spadavecchia, ex dirigente del tronco a cui spetta la manutenzione di quel tratto autostradale, che ha confermato gli interventi puntualmente eseguiti di manutenzione ed escluso la corrosione dei “tirafondi”, i bulloni che ancorano al suolo le barriere di protezione del viadotto. Rinviate le testimonianze di due agenti della Polstrada che, precedentemente alla tragedia del 28 luglio, aveva fermato e sanzionato un altro bus della “Mondo Travel” risultato privo della revisione. A margine dell’udienza, sul piazzale antistante il Tribunale di Avellino, il presidente dell’Associazione Vittime A16, Giuseppe Bruno, e Maria Loffredo, che nell’incidente perse la madre, hanno letto una lettera aperta al giudice che presiede il processo, Luigi Buono: “Chiediamo tempi certi del processo e giustizia per i nostri morti”. Bruno ha anche annunciato che in assenza di segnali concreti, dara’ vita ad uno sciopero della fame ad oltranza nella zona sottostante il viadotto dal quale precipito’ il bus. La prossima udienza e’ fissata per il 4 maggio.
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