Boscoreale .Nuovamente arrestato il giovane pluripregiudicato L. M.,il 18enne ormai proiettato a battere tutti i record di arresti per droga nel circondario vesuviano. Arrestato per la terza volta in un mese era chiamato a rispondere sempre dello stesso reato ovvero lo spaccio di stupefacenti. Questa volta il giovane è stato processato con rito direttissimo dinanzi al Presidente del Tribunale di Torre Annunziata, dott. Ernesto Aghina. Il giovane pusher, grazie alla difesa del suo avvocato, Gennaro De Gennaro è stato subito rimesso in libertà su disposizione del giudice che ha accolto la richiesta del difensore di non applicare alcuna misura cautelare e di scarcerarlo immediatamente sebbene il rilevante quantitativo di droga sequestrato. Terza scarcerazione record in un mese per il Miranda, questa volta molto più eclatante delle precedenti visto il quantitativo di droga caduto in sequestro e le reiterate condotte del giovane nello spacciare e nel detenere droga. Il giovane rimane indagato a piede libero invece per una vicenda molto più delicata: ovvero quella di una presunta violenza ai danni di una ragazzina di 15 anni, sua vicina di casa. Secondo le accuse della piccola il noto pusher la scorsa settimana, mentre lei rincasava, con una scusa l’avrebbe avvicinata e condotta in un garage dove avrebbe usato violenza nei suoi confronti. La ragazzina poi avrebbe riferito tutto al papà che l’avrebbe prima accompagnata in ospedale per una visita e poi dai carabinieri per la denuncia. I militari hanno sequestrato gli abiti che la ragazzina indossava la sera della presunta violenza alla ricerca di tracce biologiche. Ora si resta in attesa dei risultati del Dna effettuati sul ragazzo e quindi le decisioni della magistratura di Torre Annunziata.
Impegnati in un servizio antidroga in alcuni punti sensibili di Boscoreale, i carabinieri guidati dal maresciallo Massimo Serra si erano portati presso l’abitazione del malvivente e nel pomeriggio di sabato avevano operato un’accurata perquisizione sulla base delle indicazioni ricevute da fonti confidenziali che avevano segnalato quale luogo di occultamento di consistenti quantitativi di stupefacente un box auto dell’isolato 103Q del Piano Napoli di via Passanti Scafati, rione popolare tristemente conosciuto come la Scampia del Vesuviano. Ed effettivamente i carabinieri erano andati a colpo sicuro, centrando il loro obiettivo ovvero quello di rinvenire il consistente quantitativo di stupefacente. Ed infatti avevano trovato in un garage, risultato nella disponibilità del Miranda, circa 200 grammi di marijuana e diversi pallini di cocaina crack nonché centinaia di bustine per il confezionamento dello stupefacente oltre a due bilancini di precisione che servivano per preparare le dosi di droga destinata allo spaccio.
I militari conoscevano L. M., già schedato nei database investigativi, quale pericoloso spacciatore dell’hinterland vesuviano. Il giovane pregiudicato già noto alle forze dell’ordine perché coinvolto nelle precedenti ordinanze che avevano riguardato il Piano Napoli di Boscoreale e soprattutto soggetto che era stato detenuto da minorenne a Nisida e nelle varie comunità della Regione ma non aveva ultimato il suo percorso riabilitativo perché insofferente allo stato detentivo ed era scappato.
In data odierna si è svolta il giudizio direttissimo. L’ufficio di Procura aveva chiesto di applicare una misura cautelare perché i fatti erano particolarmente gravi. La difesa del giovane rappresentata dall’avvocato Gennaro De Gennaro è riuscita a contrastare le richieste della Procura che lo aveva additato tra i più pericolosi ed attivi pusher di crack e marijuana del circondario. Diversamente da quanto sostenuto dal PM che aveva affermato che il Miranda doveva rispondere dell’ipotesi grave perchè faceva parte di un sistema consolidato e collaudato di spaccio di tipo professionale, assai pericoloso e remunerativo, visto che riesce ad eludere facilmente i controlli del territorio, operando consegne a domicilio, la difesa ha puntato la sua strategia sulla minima offensività della condotta. La nuova frontiera dello spaccio dove il “rischio” per lo spacciatore è un rischio calcolato ovvero quello di una condanna minima per il porta a porta.
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