Napoli ospitera’ un plenum del Csm dedicato alla giustizia minorile. Un appuntamento per il quale non c’e’ ancora una data certa, ma che viene annunciato dal vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura, Giovanni Legnini, a Napoli con una delegazione dell’organismo. A Nisida, infatti, dell’Istituto penale per i minorenni partenopeo, si e’ tenuta un’intera giornata dedicata alla comprensione del fenomeno baby gang e all’individuazione di misure organizzative legislative per contrastarlo. Una iniziativa organizzata dalla Sesta Commissione presieduta da Paola Balducci che ha visto anche l’audizione di esponenti delle istituzioni locali, delle forze dell’ordine, della Giustizia minorile e del mondo scolastico. Quella delle baby gang napoletane e non solo “e’ una situazione eccezionale a cui bisogna rispondere con misure eccezionali”, sottolinea Legnini che rimarca anche come l’organo autonomo della magistratura italiana abbia deciso “di ascoltare i diretti protagonisti sia nell’azione di contrasto che di repressione”. Da qui la decisione per una “specifica iniziativa consiliare per produrre una risoluzione, frutto del confronto di oggi e di un ulteriore approfondimento”. Sul fenomeno delle baby gang la preoccupazione dei cittadini “non puo’ essere non condivisa”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, Giovanni Legnini a margine della visita che alcuni componenti dello stesso Csm hanno fatto all’istituto penale minorile di Nisida, a NAPOLI. “Si tratta di una situazione eccezionale ma noi abbiamo assunto questa iniziativa dal punto di vista dell’organo di autogoverno della magistratura, quella cioe’ di ascoltare i diretti protagonisti dell’azione di contrasto, sia repressiva affidata alla magistratura, sia delle altre istituzioni per sostenere lo sforzo di ciascuno”, ha aggiunto Legnini. Nelle prossime settimane, ha precisato il vice presidente del Csm, sara’ avviata “una specifica iniziativa consiliare finalizzata a produrre una risoluzione frutto del confronto e dell’approfondimento”. Questa risoluzione dovra’ avere due direttrici fondamentali, ha spiegato infine Legnini. La prima e’ quella di elaborare proposte normative “se saranno riscontrate necessarie”; due riguardera’ le soluzioni organizzative “per far si’ che ciascuno degli attori, della prevenzione e della repressione sia messo nelle condizioni migliori possibili di agire”. L’orientamento a sottrarre la patria potesta’ ai camorristi, alle famiglie a rischio viene giudicato “positivamente”, ma e’ uno “strumento che non va enfatizzato, che va utilizzato con molto delicatezza” perche’ si “va ad incidere sul rapporto tra genitori e figli. E’ materia molto delicata ma l’apprezzamento che noi abbiamo fatto di questo orientamento e’ positivo”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, parlando con i giornalisti a margine della visita, con una rappresentanza del Csm, all’istituto penale minorile di Nisida, a Napoli.
Articolo pubblicato il giorno 4 Aprile 2018 - 19:05