E’ il web, dopo che ieri si era sciolto su richiesta dei genitori il presidio di manifestanti rimasti per giorni dinanzi all’ospedale Alder Hey di Liverpool, il punto di raccolta – in queste prime ore – delle reazioni per la morte del piccolo Alfie Evans. Reazioni perlopiu’ commosse – di dolore, omaggio, solidarieta’ – pur non senza qualche moto di collera, con accuse ai medici e alla giustizia britanniche. Il cuore del villaggio globale batte sul profilo Facebook ribattezzato “Alfie’s Army”, dove attivisti pro-life e un’infinita’ di persone comune non smettono di postare messaggi. “Vola in alto fra gli angeli, bellissimo Alfie”, scrive tra i tantissimi Linz. “Riposa in pace piccolo guerriero”, fanno eco altri. Non mancano parole di vicinanza a mamma Kate e papa’ Tom e neppure una canzone scritta per Alfie da Rob Doherty. Poi tanti cuori, mandati da donne e uomini, dal Regno Unito, dagli Usa e da una quantita’ di nazioni del mondo in testa Italia e Polonia: i due Paesi che forse piu’ di tutti in questi mesi hanno seguito la vicenda offrendosi di accogliere il piccolo. Invano. “Un viaggio devastante”. Cosi’ i medici dell’ospedale Alder Hey di Liverpool definiscono oggi la vicenda del Alfie Evans in un messaggio di cordoglio per la morte del piccolo indirizzato in primo luogo ai genitori, dopo mesi di scontri legali. “Vogliamo esprimere – si legge nella nota – la nostra simpatia e condoglianze dal profondo del cuore alla famiglia di Alfie in questo tempo di estrema angoscia. E’ stato un viaggio devastante per loro. Ora chiediamo sia rispettata la loro privacy e la privacy dello staff dell’Alder Hey”.
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