“Adesso ci siamo noi e dovete pagare. Siamo gli amici di Cercola”. Si presentavano così, quelli del neonato clan D’Ambrosio, i nuovi signori del pizzo ai commercianti di Cercola, Sant’Anastasia. Ma il nuovo gruppo criminale nato dalle costole del clan De Micco “Bodo” di Ponticelli ai quali erano legati e ai quali pagano il pizzo sulle piazze di spaccio che gestivano fino all’arresto di tutti i vertici avvenuto due mesi fa, è stato smantellato ieri da una operazione condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di Ponticelli che ha stroncato sul nascere la compagine camorristica forte, organizzata anche militarmente (sequestrate armi, infatti, nel corso dell’indagine), che dal quartiere di Ponticelli, dove agisce in una piccola porzione del rione Conocal pagando il ‘pizzo’ ai De Micco, stava cercando una strada di autonomia prima a Sant’Anastasia, poi a Cercola. D’Ambrosio, un passato tra le fila dei Vollaro per il quale ha un precedente per associazione a delinquere di stampo mafioso, e poi tra quelle dei Sarno, cosca che ha tentato di eliminarlo, ha tentato di costruire un gruppo forte, gestendo piazze di spaccio e usura, nonche’ facendo il ‘grossista’ di droga per reti di pusher di Benevento e Avellino, senza intaccare il suo legame con i De Micco, garantito da Antonio Rolletta, suo luogotenente in quanto trait d’union con una delle cosche egemoni a Ponticelli. Altro uomo di fiducia di D’Ambrosio e’ Sannino, suo nipote. D’Ambrosio e’ stato arrestato un mese fa dai carabinieri in flagranza a Sant’Anastasia per una estorsione, proprio mentre la polizia indagava sul suo gruppo. La nuova misura cautelare che lo riguarda e riguarda gli altri 10 indagati e’ relativa a episodi consumati tra il 2015 e i primi mesi del 2016.
L’indagine ha appurato che nel territorio erano in corso una serie di attivita’ estorsive da parte di alcune persone che si presentavano a nome degli ‘amici di Cercola’ per chiedere il ‘pizzo’. Nell’ottobre del 2015 furono arrestati in flagranza per il reato di estorsione aggravato dal fine di agevolare un clan Salvatore Ottaiano, 37 anni, detto Me’-Me’, Pietro Fusco, 48 anni, alias o’ sfarditiello, gia’ sottoposto alla misura della liberta’ vigilata con obbligo di Soggiorno nel Comune di Cercola. Da questi provvedimenti di fermo e’ nata una indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, che ha accertato la nascita di un nuovo gruppo criminale che fa capo a Roberto D’Ambrosio. Oltre alle attivita’ legate allo spaccio di sostanza stupefacente e all’usura, la nuova cosca imponeva a molti spacciatori, non legati all’egemonia criminale, di pagare delle quote per continuare a gestire le loro attivita’. L’usura veniva supporta anche da minacce, mentre la vendita di stupefacenti, oltre che al minuto, veniva anche eseguita all’ingrosso e fuori dal Comune di Napoli. D’Ambrosio, gia’ detenuto, deve rispondere di estorsione e rapina aggravata dall’art.7 L.203/91; e pure in carcere sono altri tre spacciatori Carmine Aloia, Luigi Gitano e Valerio Rolletta. Provvedimento restrittivo in prigione per un altro spacciatore, Ciro Oliva, e Rosario Rolletta, ai vertici del nuovo sodalizio, cui viene contestata l’associazione per delinquere di stampo camorristico, ma anche i reati di estorsione, rapina. Rolletta è stato legato fino al suo arresto al ras e spietato killer del clan D’Amico, Antonio Di Martino, arrestato due mesi fa nel maxi blitz contro i “Bodo” e sospettato di avere avuto un ruolo nell’omicidio della donna boss, Nunzia D’Amico a’ passilona. Ai domiciliari Davide Martinelli, Antonino Rolletta, Luigi Russo, spacciatori, una donna che gestiva l’usura, Anna Alfuso, amica del boss D’Ambrosio e Luigi Sannino, elemento apicale del gruppo. La prima amica del boss D’Ambrosio e il secondo il nipote.
(nella foto da sinistra Roberto D’Ambrosio, Antonio Rolletta, Rosario Rolletta, Luigi Gitano, Anna Alfuso, Antonio Rolletta junior, Carmine Aloia, Davide Martinelli, Luigi Russo, Ciro Oliva)
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