Torre del Greco. Omicidio di Mariarca Mennella: verso il processo l’ex marito Antonio Ascione che il 23 luglio dello scorso anno la uccise con cinque coltellate. Il pubblico ministero della Procura di Venezia, Raffaele Incardona, chiude le indagini e formula l’imputazione definitiva per Ascione, il 44enne di Torre del Greco, ex marito della donna accusato di omicidio volontario premeditato e aggravato da futili motivi.
Per l’uomo si prospetta un processo in cui rischia l’ergastolo e nel quale probabilmente punterà al rito abbreviato. Ad annunziarlo l’avvocato di Ascione, Giorgio Pietramala, che – non appena sarà fissata la data dell’udienza preliminare – presenterà la richiesta di accesso al rito abbreviato, come riporta oggi il quotidiano Il Mattino. Una scelta che ha scatenato la rabbia e il risentimento dei familiari di Mariarca – rappresentati dal legale Alberto Berardi – e anche delle due comunità, quella di Torre del Greco e quella di Musile, dove la 38enne di origini torresi fu uccisa. Anna Mennella, una delle quattro sorelle di Mariarca non nasconde la rabbia nei confronti dell’ex cognato e al quotidiano affida alcune dichiarazioni al vetriolo: «Quell’uomo deve marcire in carcere tuona e se sarà accolta la richiesta di rito abbreviato, siamo tutti d’accordo che andremo a manifestare fuori al tribunale: molti cittadini delle due città coinvolte sono con noi. È vergognoso che ci siano avvocati pronti a difendere questi vermi. Merita l’ergastolo per ciò che ha fatto: è l’unica nostra speranza per riscattare Mariarca strappata alla vita barbaramente e i due bambini, vittime innocenti di questa tragedia». Una protesta, che non trova fondamento nella legge che dà all’uomo la possibilità di scegliere la strategia difensiva e processuale ma che stride, naturalmente, con i sentimenti dei familiari e di chi vive il dolore per la perdita di Mariarca Mennella.
I due figli della coppia, la 15enne Assia e Salvatore di 10 anni ora vivono a Torre del Greco, la ragazza con la nonna materna Maria, vedova da quattro anni, il bambino con la zia Assunta. Affrontano la situazione in maniera diversa, anche per le età differenti, entrambi sono seguiti da uno psicologo e frequentano il liceo linguistico lei e le elementari lui. «Assia strappa le lettere che il padre le invia dal carcere- prosegue Anna – per lei è morto da quando ha ucciso sua madre. Salvatore, invece, chiede spesso di lui, risponde (con il supporto della specialista) alle sue missive. Ma entrambi dicono che senza la mamma sentono mancare l’aria».
Mariarchetta Mennella, detta Mariarca, sposata da 16 anni con Antonio Ascione, aveva deciso di lasciarlo per la gelosia ossessiva di lui e si era trasferita con i figli a Musile del Piave, in provincia di Venezia dove lavorava come commessa in un centro commerciale. Nella casa di Musile, dove aveva ospitato l’ex marito che era andato al nord con la scusa di cercare un lavoro come pizzaiolo. La mattina del 23 luglio, tra le 5 e le 7, lui l’aveva colpita con cinque coltellate mortali, mentre Mariarca dormiva. Infatti dall’autopsia non sono emersi segni che potessero far pensare ad un tentativo di difesa, Antonio Ascione poi chiamò i carabinieri e confessò di aver ucciso l’ex moglie. Da allora è in carcere.
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