“X Alessia. Spero che la sù tu possa star meglio di quando eri qua giù. Non potrò mai dimenticarmi di te. E’ il tuo momento, splendi piccola stella, e anche se siamo lontani io ti porto sempre nel mio CUORE. Da Renee. Spero che tu mi abbi perdonato. Mi Manchi. Nessuno se ne va per sempre”. E’ il commovente messaggio scritto da uno degli amichetti di classe di Alessia. Il messaggio era contenuto in un grande cuore ritagliato da un quadernone a quadretti e poggiato sul banco della tredicenne nella terza media dell’istituto Antonio Ballardini di Cisterna di Latina. Un altro le ha scritto: ” Amici da 11 anni, abbiamo riso, scherzato, giocato e pianto insieme. Ma che ci vuoi fare, la vita è imprevedibile. martedì ti ho vista ridere, e a pensare che no ti vedrò più ci sto malissimo. Immaginavo che avremmo pianto tutti insieme, ma alla fine di questo viaggio. ma il tuo è finito prima del nostro. Addio amica mia, e fai vedere chi eri e chi sei la sopra”. E ancora: “Carissima Alessia, io ti ho sempre voluto bene, e non smetterò anche se non ti vedrò più. La tua immagine è sempre dentro la mia mente, e non significa che sarai dimenticata, sari sempre nel mio cuore. Ti penserò sempre, piangerò, ma non sari mai dimenticata, soprattutto da me. Sono stati gli anni più felici e sorprendenti della mia vita perché c’eri tu, e ci sarai sempre. Ti voglio bene e te ne vorrò per sempre”.
Rose bianche e rosse sono state messe stamane sui banchi di Alessia e Martina nella scuola che si trova a pochi passi dall’abitazione dove ieri all’alba il padre, Luigi Capasso, dopo avere sparato alla moglie Antonietta Gargiulo, le ha uccise e poi si e’ suicidato. Per la piu’ piccola, Martina, otto anni, un pupazzetto giallo donato da un suo compagno. Un altro compagno ha chiesto invece alla preside, Patrizia Pochesci: “Ma secondo te Martina sta sopra o sotto le nuvole?”. E la preside ha replicato: “Secondo me sopra le nuvole”. E il piccolo ha chiesto ancora: “Ma secondo te può giocare con i cani?”, Perchè Martina li amava tanto. I piccoli dopo due ore, come concordato tra genitori e docenti, hanno lasciato la scuola alle 10 e 30. Se i compagni di Martina erano tristi ed alcuni hanno pianto, gli alunni delle della classe di Alessia, 14 anni, secondo la preside erano arrabbiati. Non sono riusciti a parlare, solo un compagno ha chiesto: “Perche’?”. Per ricordare Alessia i compagni di classe hanno chiesto il permesso di affiggere fuori la porta dell’aula una foto che li ritraeva tutti insieme felici: quando erano andati a vedere la mostra di Leonardo a Cisterna. Sul banco di Martina che frequentava la seconda elementare una rosa bianca, mentre su quello di Alessia che era in terza media un biglietto con scritto “Ale” e un cuore, oltre a due mazzi di fiori. Anche all’esterno dell’istituto ci sono dei fiori e biglietti per ricordare le bambine uccise. Fiori sono stati lasciati anche al residence “Collina dei Pini”, dove ieri si è consumata la tragedia. “Sapevamo che i coniugi Capasso stavano divorziando e che i loro rapporti non erano idilliaci, ma arrivare a pensare ad un epilogo del genere no”. Ha spiegato ancora la preside Patrizia Pochesci. “Del resto stavano affrontando un divorzio – aggiunge – frequentissimo oggigiorno, ma non ne conoscevamo la gravita'”. Secondo la preside, “non ci sono parole degne per commentare una situazione del genere. Siamo tutti molto frastornati”.Studenti, docenti, e famiglie della scuola Antonio Bellardini, l’istituto che frequentavano Alessia e Martina Capasso, nel pomeriggio parteciperanno ad un “momento di preghiera” nella parrocchia di San Francesco a Cisterna, per ricordare le due piccole di 13 e 7 anni, uccise ieri dal loro papa’. “Alle 17 – dice la preside Patrizia Pochesci dell’istituto Bellardini, frequentato da 1.328 alunni – chi vorra’ potra’ venire a pregare”. La preside descrive le due ragazzine come “solari e discrete: Martina, la piu’ piccola, socializzava con i suoi silenzi. Non amava molto parlare. Alessia, la maggiore, che conoscevo da 11 anni, era solare, discreta ma piu’ coinvolgente e sempre disponibile ad aiutare gli altri”. Per la preside stamattina a scuola, conclude, “c’era un silenzio assordante e tante lacrime”.
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