Ogni anno le malattie cardiovascolari uccidono più di duecentoventi mila italiani. Un dato degno di nota per il quale scendono in campo ben dieci tra Società scientifiche ed enti di ricerca che hanno redatto il primo documento di “Consenso e Raccomandazioni per la Prevenzione Cardiovascolare in Italia”, presentato al congresso della Siprec (Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare).
Il documento, scritto da una task force tutta italiana e coordinato dal presidente Siprec Massimo Volpe, rappresenta una roadmap il cui obiettivo, affermano i cardiologi, è sottolineare l’importanza della prevenzione per arginare lo “tsunami di morte e disabilità correlato a infarti ed ictus”.
I fattori di rischio da combattere sono quelli tradizionali: ipertensione (il più diffuso e letale in Italia: interessa il 10% dei bambini, il 37% degli adulti e il 55% dei soggetti dall’età media a quella avanzata), colesterolo alto (in Italia ne soffre il 68% dei maschi e il 67% delle femmine), diabete (ne soffre l’11% dei maschi italiani e l’8% delle femmine), obesità e sovrappeso (condizioni che interessano 1 italiano su 4), il fumo (nel 2015 riferiva di fumare il 24,6% dei uomini e il 15% delle donne). A questi ne va aggiunto uno emergente: la sedentarietà, che interessa il 32% dei maschi e 42% delle femmine.
In concreto dunque, la battaglia contro le malattie cardiovascolari, indicano gli esperti, si combatte in primis a tavola, con una dieta sana ed equilibrata come quella mediterranea e facendo attività fisica regolare dai sessanta minuti al giorno nei ragazzi, ai centocinquanta a settimana per gli adulti. Nei soggetti ad alto rischio però è necessario ricorrere anche a strategie farmacologiche e grazie ai farmaci del terzo millennio è oggi possibile costruire una strategia di prevenzione a misura di paziente. Tuttavia, è comunque necessario – come affermano le Società scientifiche – “uno sforzo collettivo che investa tutti, dalla scuola al mondo del lavoro, dall’industria alimentare al mondo dello sport”. Le malattie cardiovascolari, precisa Massimo Volpe, “rappresentano la prima causa di mortalità nel mondo e un carico enorme dal punto di vista sociale e della sostenibilità economica. Ritengo perciò che l’unica strategia possibile per garantire la tenuta del nostro sistema sanitario sia di investire fortemente proprio nelle politiche di prevenzione”.
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