San Valentino Torio. Ora si sentono persone migliori: hanno fatto volontariato con i minori a rischio, alcuni di loro hanno imparato a fare il pizzaiolo, altri hanno completato le scuole superiori e continueranno a studiare. Due anni fa erano i ragazzi del branco di San Valentino Torio, quelli che stuprarono a turno una ragazzina di 15 anni, in un garage e poi la lasciarono lì. Due anni dopo hanno superato la ‘messa alla prova’, la possibilità offerta ai minorenni per recuperare gli errori commessi e i reati che gli sono stati contestati. “Abbiamo compreso che quello che abbiamo fatto è gravissimo” hanno detto stamane davanti al giudice che doveva valutare il loro percorso riabilitativo. I cinque ragazzi del branco che il 26 giugno del 2016 violentarono a turno, la ragazzina di Sarno, sono stati prosciolti. Il Gup del tribunale per i minorenni di Salerno, Giovan Francesco Fiore, ha dichiarato estinto il reato di violenza sessuale e sequestro di persona, per i cinque ragazzi arrestati per quell’episodio di quasi due anni fa. C’erano tutti e cinque, dinanzi al Giudice che era coadiuvato da un gruppo di esperti e dal pm Antonella Ciccarella per l’udienza conclusiva del processo. Il Gup ha valutato l’esito della messa alla prova chiesta dai difensori un anno fa quando il procedimento era stato sospeso per dare ai ragazzi, all’epoca dei fatti minori, la possibilità di riabilitarsi. Da quel giorno, dopo aver passato – quattro di loro – alcuni mesi nel carcere minorile e agli arresti domiciliari, hanno iniziato il percorso di recupero che è stato valutato stamane. “Abbiamo compreso – hanno detto – che quello che abbiamo fatto è stato gravissimo, ora siamo persone migliori”. Tra studio e lavoro hanno seguito un percorso accanto a minori disagiati e a persone in difficoltà e la valutazione degli esperti che li hanno seguiti è stata unanime. Lo stesso pubblico ministero Antonella Ciccarella si è complimentata con i cinque giovani: “Questo è il vero effetto che il legislatore ha inteso attribuire alla messa alla prova” ha detto ai giovani e ai difensori che li assistevano (Antonio Carrella Valentino Miranda, Giovanni Pedone e Nicola Cicchini). Sono stati due anni durissimi, il più fortunato di loro, ha evitato il carcere minorile ed è stato recluso agli arresti domiciliari. Gli altri quattro sono stati reclusi nelle carceri minorili di Nisida e Airola. Poi, la scarcerazione e il pecorso in comunità o il servizio civile. Due anni dopo dicono di essere cambiati da quel giorno di giugno quando, senza un vero perchè, decisero di violentare a turno quella ragazzina. Lasciata poi in quel garage e aiutata solo da uno di loro che la conosceva. Quella storia ha cambiato le loro vite e anche quella – segnata per sempre – di quella ragazzina di Sarno, introversa e taciturna, che ha dovuto seguire anch’ella un percorso di sostegno psicologico. Quella storia l’ha marchiata a vita. Per i 5 giovani i reati contestati si sono estinti, ma quel giorno non si cancellerà così con un atto formale. Resta. Resta il dolore provocato e i segni indelebili nell’anima della vittima.
Rosaria Federico
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