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Restano in carcere i tre baby assassini del vigilante, il gip conferma la misura cautelare

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Napoli. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli nord ha convalidato il fermo che era stato disposto per i tre ragazzini accusati di aver ucciso il vigilante Franco Della Corte, aggredendolo con un bastone la notte del 3 marzo alla stazione della metro di Piscinola. I tre hanno pianto e chiesto perdono per quanto hanno fatto, ma non è bastato.Fatti di “assoluta gravita'” sia per la modalita’ sia per il movente, che denotano “personalita’ facilmente inclini ad azioni assolutamente gravi per fini devianti e scelti con una stupefacente superficialita'”. Sono le parole adoperate dal gip del Tribunale per i minorenni Pietro Avallone per sottolineare la necessita’ di tenere in carcere i tre indagati – due sedicenni e un diciassettenne – accusati dell’omicidio del vigilantePer ora restano in carcere.Dopo gli interrogatori di garanzia, durante i quali i ragazzi hanno ammesso la partecipazione al delitto come avevano gia’ fatto nei giorni scorsi davanti al pm, il gip ha convalidato il fermo e emesso l’ordinanza di custodia. I familiari dei ragazzi – ha scritto il giudice – “anche perche’ travolti dai fatti non appaiono in grado di gestire la situazione venutasi a creare”. Il gip ha evidenziato come appaia necessaria la custodia in un istituto per evitare “la reiterazione dei reati della stessa specie”.I tre sono stati fermati dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, incastrati dal sistema di videosorveglianza e dalle intercettazioni telefoniche con l’accusa di essere gli autori dell’omicidio con lo scopo della rapina della pistola di ordinanza che poi avrebbero dovuto rivendere. Hanno confessato sia davanti agli agenti che vanti al giudice questa mattina. Solo Ciro il 15enne, considerato il capo del branco, ha parzialmente cambiato la versione dei fatti raccontata poco più di 48ore prima. Aveva detto, con suo padre presente, di essere stato lui a ideare il tutto, lui a prendere un piede di legno di un tavolo trovato in un cassonetto della spazzatura e a colpire alla testa il 51enne che aveva appena finito il suo turno di lavoro alla metro. “Ho fumato uno spinello e poi ho deciso di aggredire quell’uomo, lo volevo solo picchiare”, aveva detto. Questa mattina, Luigi, assistito dal suo avvocato, ha invece coinvolto anche i suoi amici. “Anche loro erano d’accordo con me, io e Kevin abbiamo preso due bastoni e li abbiamo scagliati contro la guardia giurata. Io l’ho colpito tre volte e Kevin lo ha colpito due volte. L’altro nostro amico, Ciro, era più distante e non ha partecipato all’aggressione anche se era d’accordo con noi”, dice. Ha colpito forte perché non voleva più farlo rialzare da terra: “Temevo che poi dopo mi riconoscesse e allora non abbiamo preso la pistola che aveva nello zaino perchè abbiamo visto il sangue e ci siamo spaventati”. Stessa versione, identica, e’ stata raccontato da Kevin, 17 anni e da Ciro, 16 anni, che sognava di fare il calciatore. Il giudice ha convalidato il fermo e il trasferimento in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudelta’. Anche se scegliessero il rito abbreviato, cosa molto probabile, vista l’ammissione dei fatti, potrebbero rischiare 20 anni di carcere.


Articolo pubblicato il giorno 19 Marzo 2018 - 18:36

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