Giffoni. Due mesi di reclusione dietro i quali si nasconde il calvario di una donna, originaria della Costa d’Avorio, arrivata in Italia nel 2000, insieme al compagno originario di Giffoni. Scappata da un conflitto civile nel suo paese, aveva pensato di aver trovato l’amore di una famiglia e la serenità. E invece la decisione di vivere con quell’uomo, incontrato in Costa d’Avorio e dal quale aveva avuto una bambina, si rivelò un incubo. Una storia che è oggetto di un procedimento giudiziario che ha portato un uomo di 65 anni M. F. e la sua compagna, dinanzi ai giudici della Corte d’Appello, che li hanno condannati a due mesi di reclusione per lesioni. L’avvocato della coppia, Matteo Cardamone ha presentato ricorso in Cassazione. Lei aveva conosciuto quello che sarebbe diventato il suo compagno e il suo aguzzino a 25 anni e nel 2000 i due decisero – visti i conflitti sociali presenti in quel paese – di tornare in Italia, a Giffoni. Ma ben presto l’idillio finì e lui la cacciò di casa, così i due finirono per separarsi e lei decise di andare a vivere a Bari, dove trova lavoro e cresce la figlia. Ma un giorno, a causa della morte della madre di lui, la donna e sua figlia tornano a Giffoni per partecipare al rito funebre. Quella notte dormono a casa dell’uomo, ma verso le 5 del mattino, irrompe in casa la nuova compagna del 65enne che aggredisce la povera donna, l’afferra per il collo e la malmena. Da darle man forte proprio l’ex. Quando la vittima è ferita e sanguinante i due si fermano e lui tentata di chiedere scusa per impedire di essere denunciato. Ma la donna, dopo l’ennesima umiliazione, decide di denunciare entrambi e porre fine ad un incubo durato troppo tempo.
Articolo pubblicato il giorno 4 Marzo 2018 - 21:17