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Napoli: ‘Volevamo solo rubare la pistola, no uccidere’ hanno provato a giustificarsi i tre assassini della guardia giurata

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“Volevamo solo rubare la pistola, non uccidere”. Con queste parole, hanno cercato di giustificarsi davanti agli investigatori i tre minorenni accusati dell’omicidio della guardia giurata, Franco Della Corte di Marano, aggredita il 3 marzo scorso.Gli inquirenti parlano di un agguato con modalità ‘cattive e inesperte’: casuale la vittima, il cui destino è stato segnato solo dal mestiere che ogni notte svolgeva.I tre lo hanno aggredito con ferocia, colpendolo alla testa con almeno cinque violente bastonate e lasciandolo a terra, in coma, senza portare via l’arma La polizia di Stato di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica dei Minori, ha eseguito un decreto di fermo dei tre minorenni, che rispondono di tentata rapina ed omicidio doloso nei confronti dell’uomo, Francesco Della Corte. I giovani, due 16enni ed un 17enne, sono tutti incensurati e non frequentano nessun istituto scolastico.I tre minorenni che hanno selvaggiamente colpito alla testa con il piede di un tavolo da cucina e ridotto in fin di vita il vigilante Francesco Della Corte, lo scorso 3 marzo, a Napoli, volevano impossessarsi della sua pistola per venderla e ricavarne 5-600 euro.Lo ha reso noto il dirigente del commissariato di Scampia, Bruno Mandato, nel corso di una conferenza stampa in Questura. Della Corte, a causa delle profonde ferite, e’ morto qualche giorno fa nell’ospedale Cardarelli. Uno dei tre ragazzi, tutti del posto, due 16enni e un 17enne, aveva fumato qualche spinello prima di entrare in azione. Fondamentale, per l’individuazione dei responsabili, e’ stato l’acume investigativo di poliziotti, abituati a indagare negli ambienti della criminalita’ organizzata: dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza, non particolarmente nitide, e’ stata isolata la singolare andatura di uno dei tre ragazzi, riguardante la movenza del braccio sinistro. Poi con l’agente di quartiere e’ stato possibile rintracciare il soggetto e, quindi, anche i suoi complici.
“Un branco di lupi che hanno atteso l’agnello. Un evento crudele, abietto, drammatico, ai danni di una persona onesta, un lavoratore, un padre di famiglia – ha detto ancora il questore di Napoli – da parte di tre ragazzi provenienti da un quartiere a rischio”.Le guardie giurate fanno un lavoro delicato e oscuro, sono parte di un sistema di sicurezza, sicurezza sussidiaria. Riaccenderemo i fari sul progetto ‘Mille occhi sulla citta” per costituire una sinergia”. Lo ha annunciato il questore di Napoli, Antonio De Iesu. “Sono un preziosa fonte – ha detto ancora De Iesu – e sono certo che trovero’ la loro disponibilita’, anche affinche’ si sentano parte di un sistema di sicurezza. Questo e’ un impegno che prenderemo, per consolidare il sistema di sicurezza del nostro territorio”, ha concluso De Iesu.  “La Security Service, nell’esprimere profondo cordoglio per la tragica scomparsa del suo valoroso operatore, la guardia giurata Francesco Della Corte, a seguito di un atto brutale e incomprensibile, si stringe attorno alla famiglia. Inoltre, nel chiedere massimo rispetto e solidarieta’, vuole dimostrarsi disponibile ad assicurare ogni cura affinche’ la famiglia dell’eroico dipendente non debba patire, oltre al dolore e la mancanza, anche una difficolta’ economica”. Cosi’ in una nota l’azienda alle cui dipendenza lavorava Francesco Della Corte, il vigilante aggredito lo scorso 3 marzo nel piazzale della stazione di Piscinola della linea 1 della metropolitana. “Per questo l’azienda si rende disponibile, oltre che ad un solidale sostegno morale, ancor piu’ ad un sostegno legale, economico e ad ogni spesa contingente. Con la speranza che si possa far luce, nel piu’ breve tempo possibile, su questo episodio di inaccettabile e inaudita violenza e che ne vengano quanto prima individuati i responsabili”, conclude la nota. “I fatti di questi giorni ci lasciano increduli e sapere oggi che Francesco Della Corte, il vigilante ucciso in servizio alla Metropolitana di Piscinola, abbia perso la vita perche’ aggredito da un gruppo di giovanissimi ci rende ancora piu’ inermi a questa ondata di violenza inaudita. Della Corte era un iscritto Uiltucs, quindi questa vicenda la sentiamo particolarmente e ci colpisce profondamente”. Lo dice Gennaro Strazzullo, segretario generale della Uiltucs Campania. “Questo tragico evento pone delle riflessioni importanti. In primis – continua Strazzullo – bisogna cambiare la normativa che le aziende che hanno bisogno di vigilantes spostano le loro licenze in zone con minor rischio. Napoli e’ zona rossa e quindi non si puo’ avere un solo vigilantes anche in strutture come metro e banche. Chiederemo che chi opera a Napoli debba avere assolutamente due vigilantes in servizio proprio per evitare situazioni come quelle di Della Corte. La nostra citta’ e’ ad altissimo rischio ed e’ assolutamente impensabile lasciare un solo vigilantes in strutture che possono Diventare altamente rischiose. Altra questione da affrontare e’ quella culturale e sociologica. Questi ragazzi che emulano solo le cose negative delle fiction rischiano di avere un futuro difficile. Dalla scuola, ma anche dai modelli culturali e dai mezzi di comunicazione qualcosa deve cambiare. Violenza, uso della forza, poco rispetto per le generazioni passate, poco rispetto per chi lavora e svolge lavori di controllo stanno diventando sempre piu’ spesso una routine pericolosa. Serve una inversione di tendenza immediata. La morte di Francesco Della Corte deve far capire a questi giovani il valore della vita, del lavoro, del sacrificio. Dice bene – conclude Strazzullo – chi afferma che ora non servono parate e polemiche ma fatti, fatti concreti”.


Articolo pubblicato il giorno 17 Marzo 2018 - 12:19

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