La Procura di Napoli ha chiesto per la seconda volta l’arresto del noto attore comico napoletano Biagio Izzo. Il 56enne attore protagonista di molti film cosiddetti cinepanettoni di successo è accusato di turbativa d’asta. Saranno i giudici del Riesame il 23 marzo prossimo a decidere sulla richiesta di domiciliari avanzata dalla Procura di Napoli dopo che il gip nei mesi scorsi già ne aveva respinto una prima richiesta avanzata dal pm dal pm Valter Brunetti. Secondo le accuse, come riportato da Il Mattino, l’attore sarebbe stato tirato in ballo in alcune intercettazioni che riguardavano la vendita all’asta di una moto e di una macchina, una Vespa 300 e una Fiat 500, oltre ad alcuni mobili. Beni che gli erano stati precedentemente pignorati nel corso di una analisi tributaria e in seguito di un lungo contenzioso con Equitalia, relativo ad alcune cartelle esattoriali. Beni dei quali il comico voleva rientrare in possesso. nell’inchiesta figurano altri tre indagati: Mario Parisi e Rodolfo Imperiale, all’epoca dei fatti dipendenti di Equitalia, che si sarebbero adoperati con la presunta complicità di un dirigente dell’istituto vendite giudiziarie di Napoli, Gianfranco Lombardi, per fare in modo che i beni fossero acquistati all’asta tenuta il 25 febbraio 2015 per poi tornare nella disponibilità di Izzo. La Guardia di Finanza aveva piazzato delle cimici negli uffici e il giorno dell’asta giudiziaria viene intercettata una conversazione fra Imperiale e Parisi nel corso della quale quest’ultimo passa al suo interlocutore un uomo che, secondo le conclusioni dell’accusa, sarebbe Lombardi. “Stiamo seguendo questa cosa, ti ha detto il nome del contribuente?”, dice Imperiale. E poco dopo aggiunge: “È un attore famoso”. Sono queste le frasi che secondo l’accusa porterebbero al coinvolgimento di Biagio Izzo. Il suo avvocato Sergio Pisani ha precisato al quotidiano napoletano: “Il mio assistito come già riconosciuto dal gip è totalmente estraneo a qualsiasi ipotesi di reato. L’attore, infatti, non compare in alcuna conversazione ed è coinvolto nell’inchiesta solo indirettamente a causa di soggetti che cercano di entrare nelle sue grazie. Il gip ha gia fatto chiarezza escludendo in radice la possibilità che possa configurarsi in punto di fatto e diritto un’ipotesi di turbativa d’asta. L’appello del pm, che non è neanche quello territorialmente competente, mi sorprende trattandosi peraltro di fatti di circa 3 anni fa”.
Articolo pubblicato il giorno 12 Marzo 2018 - 07:51