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Napoli, inchiesta sul crollo al Monastero, migliorano le condizioni dei due operai feriti

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La Procura di Napoli ha aperto un fascicolo di indagine sul crollo di stamane nel chiostro del Monastero San Paolo Maggiore che ha causato il ferimento di cinque operai di cui due ancora ricoverati in ospedale.L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio; sul luogo del crollo si e’ recata il pm Giuliana Giuliano che ha svolto i primi accertamenti. I vigili del fuoco e le forze dell’ordine hanno consegnato una prima relazione e tutti gli incartamenti e i permessi della ditta Cfc di Via Carlo Poerio aggiudicatrice dell’appalto. C’è stato anche un  sopralluogo da parte di tecnici della Sovrintendenza e dei pompieri per comprendere il motivo del crollo. La ditta aveva tutte le autorizzazioni in regola per poter operare lavori di ristrutturazioni delle volte e del pavimento dell’antico chiostro. Migliorano intanto le condizioni di Antimo Verde, 45 anni, di Castellammare di Stabia, con una prognosi di 30 giorni per un politrauma, e Giuseppe Pensaveccia, 33 anni, di Arzano, che ha riportato un trauma cranico ed è in prognosi riservata ma non risulta in pericolo di vita, entrambi ricoverati al Cardarelli. Il prossimo bollettino medico sara’ emanato entro le ore 12.00 di domani Il racconto di Rosario Martusciello, uno dei vigili del fuoco questa mattina intervenuti a salvare gli operai da sotto alle macerie è da brividi. Lui abita accanto a dove c’è stato il crollo e in quel momento non era in servizio. La moglie, Vittoria,  è una volontaria della Croce Rossa.  “Ho scavato con le mani mentre ancora stava crollando materiale da sopra, ogni minuto che passava l’uomo poteva morire soffocato; poi abbiamo portato altri due fuori, erano sconvolti e tumefatti. Quando sono arrivato c’era un sacco di polvere, non si riusciva a respirare – racconta – un operaio a terra colto da malore e con convulsioni chiedeva aiuto e l’ho affidato alle cure del 118. Un secondo era sepolto sotto le macerie. Per questo motivo ho iniziato a scavare con le mani. Poi ho visto che c’era un bobcat e con questo siamo riusciti con attenzione a farci strada tra i detriti, riuscendo infine ad estrarlo. Respirava. Ci guardava e provava a parlare con noi. L’abbiamo caricato su una barella ed e’ stato portato via”. Sono stati momenti interminabili. “Gli amici dell’operaio sotto le macerie erano disperati, urlavano ‘aiuto’, aiuto’. Non volevano andare in ospedale, anche se uno aveva la testa insanguinata, perche’ non volevano lasciare il loro amico da solo”, dice”. E cosi’, in quelli che il vice dirigente dei Vigili del Fuoco, Domenico Caputo, definisce “momenti interminabili”, si e’ iniziato a scavare con le mani perche’ l’uso dei mezzi meccanici avrebbe potuto comportare delle vibrazioni e, quindi, ulteriori crolli. “Lo abbiamo tirato con i pantaloni, aveva bisogno di ossigeno – dice – sono stati momenti interminabili perche’ noi stessi stavamo rischiando la vita”. Difficile, almeno per ora, stabilire le cause del crollo. L’area interessata dalla ristrutturazione, che non era abitata, era delimitata e gli operai erano in regola. “Bisogna ricostruire il progetto di cantiere, adesso non si puo’ dire nulla, dice il vice dirigente dei Vigili del Fuoco. Sul posto e’ arrivato anche il geometra Luigi Pezzella, dell’ufficio Sicurezza abitativa del Comune di Napoli. Anche lui non si sbilancia su quello che sia potuto accadere: “La pioggia, ma anche un quadro fessurativo pregresso molto grave che forse doveva essere puntellato meglio”. Il chiostro dove si e’ verificato il crollo e’ sotto sequestro e controlli sono in corso per continuare a rendere fruibile la parte del Monastero, invece, abitata dai monaci.


Articolo pubblicato il giorno 16 Marzo 2018 - 21:45

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