Napoli. Il carcere di Poggioreale continua a fra parlare di se in maniera negativa purtroppo. Infatti secondo una denuncia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, un grosso ratto si sarebbe aggirato per i corridoi dell’ufficio matricola della Casa Circondariale di Poggioreale a Napoli. “Ci si dovrebbe vergognare per come viene lasciato allo sbando il Personale di Polizia Penitenziaria, in condizioni insalubri, indecenti e vergognose: e invece non sembra fregare a nessuno il degrado nel quale lavorano gli agenti di Polizia Penitenziaria del carcere di Poggioreale”, ha denunciato Donato Capece, Segretario generale del SAPPE.
“Questa mattina negli uffici della matricola è stato rinvenuto un enorme ratto: panico e spavento tra i colleghi della Matricola che è situata sotto il livello della strada praticamente scantinato. Immediata e spontanea la protesta dei poliziotti penitenziari dell’Ufficio, che comprensibilmente e legittimamente sono stanchi di questa situazione. Una situazione assurda, da tempo ben nota a tutti e che non può essere ulteriormente trascurata”.Capece denuncia che “il degrado del carcere di Poggioreale è vergognoso e il SAPPE, come primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria, rappresenterà oggi stesso ai vertici nazionali e regionali dell’Amministrazione Penitenziaria tutte queste criticità, sollecitando urgenti ed adeguati interventi”, Il SAPPE torna a sottolineare l’alto dato di affollamento delle prigioni italiane: “Oggi abbiamo in cella 58.087 detenuti per circa 45mila posti letto: 55.646 sono gli uomini, 2.441 le donne. Gli stranieri sono il 35% dei ristretti, ossia 19.818. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie più tragedie di quel che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Un esempio su tutti: negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. I dati ci confermano che le aggressioni, i ferimenti, le colluttazioni – che spessissimo vedono soccombere anche gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più contusi e feriti da una parte di popolazione detenuta prepotente e destabilizzante – sono sintomo di una situazione allarmante, per risolvere la quale servono provvedimenti di tutela per gli Agenti e di sicurezza per le strutture carcerarie e certo non leggi che allarghino le maglie della sicurezza penitenziaria. Avere carceri meno affollate e più moderne non vuol certo dire aprire le porte delle celle, come pure prevedeva questa scellerata riforma penitenziaria”.
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