“Il testo unico della normativa antimafia si pone lo scopo di non far diventare un non valore il bene sequestrato ai malavitosi e acquisito dallo Stato. Purtroppo ad oggi una serie di disfunzioni procedurali fa sì che questi beni sequestrati perdano di valore: il 90 per cento delle aziende sequestrate fallisce, significa che il sistema non funziona. Bisognerà lavorare tanto, la strada intrapresa è poco coraggiosa, il legislatore ha perso più volte l’occasione di riformare questo sistema. Per me la strada privilegiata resta la vendita del bene, trovando al tempo stesso dei modi di reimpiego per le attività che hanno un valore sociale”. Lo ha detto Catello Maresca, sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, aprendo il convegno “Custodia e amministrazione giudiziaria”, che ha chiuso il corso organizzato dall’Ordine partenopeo sul tema. “Il confronto con i magistrati è frequente e costante, lavoriamo su una materia delicata in un territorio non semplice – ha evidenziato Vincenzo Moretta, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli -. Per migliorare la situazione è necessario che ognuno faccia la propria parte: credo che ci sia bisogno di una maggiore sinergia con la magistratura e le forze dell’ordine e di procedure più snelle per una giustizia che dia migliori risposte alla collettività”.”Ci muoviamo in un ambito sempre in progress – ha spiegato Bruno D’Urso, presidente aggiunto dell’ufficio del Gip del Tribunale di Napoli -, dove il legislatore non perde occasione per intervenire anche solo per esprimere normative-manifesto com’è accaduto per l’ultimo aggiornamento del Codice Antimafia, che pure era partito con ottime premesse. Qualcosa è stato fatto soprattutto per la tutela dei terzi e l’idea di implementare l’organico dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, nata per portare ad un unicum la materia. Ma moltissimo altro resta da fare”. Livia De Gennaro, giudice per le indagini preliminari presso il Palazzo di Giustizia partenopeo, traccia un bilancio del corso sulla custodia e sull’amministrazione giudiziaria organizzato dall’Odcec Napoli: “Il corso ha visto la partecipazione di relatori brillanti che hanno dato un grande apporto. Ci interessa che ci sia un movimento culturale in tema di amministrazione giudiziaria, materia che ultimamente è stata messa da parte. Credo che quando parliamo di lotta alla criminalità organizzata, una buona gestione di questo settore sia fondamentale”. Per Arcangelo Sessa, consigliere delegato dell’Odcec di Napoli, “si chiude un corso importante per i commercialisti, promosso con l’ausilio dei magistrati partenopei, con l’obiettivo di contribuire alla formazione di professionisti esperti delle nuove procedure del Codice antimafia”.
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