La famiglia di Pasquale Vitiello si concede solo alle telecamere di Barbara D’Urso ignorando gli altri giornalisti che da stamane hanno fatto capannello vicino alla loro abitazione di via Amati a Terzigno come se si stesse all’interno di un reality e invece stiamo parlando di una mamma e un padre morti per la follia e la gelosia di un uomo e di una bambina di nove anni lasciata senza genitori. E così la sorella di Pasquale Vitiello davanti alle telecamere di Pomeriggio Cinque ha provato a giustificare l’uomo: “Mio fratello era una persona perbene, non riesco a spiegarmi questo gesto folle. Viveva per la sua famiglia. Non perdeva mai di vista la bambina era un padre molto presente. Nell’ultimo periodo con la moglie non andava più d’accordo, ma avevano deciso per una separazione consensuale. Quando ho saputo dell’omicidio mi sono dispiaciuta per Imma e volevo sapere che fine avesse fatto Pasquale. Poi abbiamo saputo cosa è successo…Mio fratello ha sbagliato, è stato un gesto disperato, folle. Ma non è un mostro”. Intanto per tutti in questo momento la cosa fondamentale è la salute della bambina che è stata affidata dai servizi sociali di Terzigno alla zia materna che vive a Scafati. Domani la psicologa farà una visita alla famiglia e alla bambina che in questo momento ha bisogno dell’affetto di persone a lei care. E in quella casa oltre alla zia casalinga ci sono i due cuginetti quasi coetanei che proveranno a farle dimenticare il dolore della perdita di entrambi i genitori. E a proposito della bambina in una nota Emilia Marone, la dirigente scolastica della San Domenico Savio di Terzigno, la scuola dinanzi la quale ieri Pasquale Vitiello ha ucciso la moglie Immacolata Villani, ha spiegato: “Come scuola penso che dobbiamo dare un segnale forte e per questo oggi le lezioni sono regolarmente riprese. La scuola e’ presidio di legalita’ – dice – e in quanto tale deve essere un punto di riferimento per tutti a cominciare dagli alunni e dalle loro famiglie. Esprimo assieme al personale della scuola, un pensiero di cordoglio a tutti i familiari ed in particolare alla piccola la cui giovane vita e’ stata segnata da un evento cosi’ tragico. Tutta la comunita’ scolastica partecipa e si associa al dolore e al lutto della sua piccola alunna stringendola in un caloroso ed affettuoso abbraccio”. La preside ricostruisce anche quanto accaduto ieri subito dopo l’omicidio: “Abbiamo attivato tutte le procedure per mettere in sicurezza le scolaresche e il personale della scuola e, senza creare allarmismi ma con tranquillita’ ed ordine, ho consentito l’uscita anticipata degli alunni da un ingresso laterale, evacuando la scuola e adducendo come motivazione un guasto idrico. Successivamente – prosegue – ho messo in sicurezza i rimanenti presenti all’interno della scuola disponendo la chiusura degli ingressi e dei varchi per evitare l’intrusione di estranei e mettendo in protezione la minore in un’aula, assistita amorevolmente dalle proprie maestre, fino al momento della consegna della stessa al congiunto affidatario a seguito di un decreto sindacale provvisorio alla presenza di una psicologa da me convocata a sostegno e supporto dei familiari e scortata in localita’ protetta dalle forze dell’ordine, agendo in piena sinergia con i servizi sociali del territorio e con le autorita’ giudiziarie. La psicologa – conclude la preside – e’ stata da me invitata a dare il suo contributo professionale e tecnico al fine di dare indicazione per la gestione dell’evento luttuoso”.
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