“Il dibattito sulla introduzione nel nostro ordinamento dell’agente provocatore va avanti da tempo, con visioni diverse tra di loro, a volte opposte. Il legislatore farebbe bene a meditare una forma di rafforzamento di questa modalita’ di accertamento dei reati, in particolare di quelli piu’ odiosi, rendendola compatibile con i principi costituzionali e con i principi ordinamentali italiani”. Cosi’ il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini, a margine di un convegno all’Universita’ di Salerno, risponde ai cronisti “in generale” in merito all’utilizzo dell’agente provocatore nelle inchieste. Interrogato su quella specifica di Fanpage, che riguarda lo smaltimento di rifiuti in Campania, Legnini precisa: “Ovviamente nulla posso dire e nulla dico sulla vicenda perche’ oggetto di un’indagine penale, che merita riserbo e rispetto da parte di ciascuno e certamente da parte mia che devo garantire l’efficiente e l’indipendente svolgersi delle attivita’ di indagine e delle attivita’ giurisdizionali”.
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