Tra le composizioni di fiori lasciate dove ieri e’ caduta Immacolata Villani non ci sono solo le testimonianze di chi la conosceva. Spicca tra gli altri un biglietto con la scritta “un angelo e’ volato in cielo” firmato dai dipendenti di un negozio di abbigliamento di Terzigno. “Si’ l’abbiamo messa noi quella pianta anche se non conoscevamo Immacolata. Lo abbiamo fatto per un senso di umanità, per lei e per tutte le altre vittime di femminicidio, perchè casi del genere non accadano più. Non volevamo pubblicità. Ora è solo il momento della preghiera”. “Un triste epilogo, una pagina dolorosa per tutta Terzigno. Ora dobbiamo pensare alla bambina”. Cosi il sindaco di Terzigno, Francesco Ranieri, esprime il sentimento del paese alla falde del Vesuvio scosso dall’omicidio-suicidio dei coniugi Vitiello. “La comunita’ e’ sprofondata in un silenzio di sconforto per questo caso di femminicidio, cui si e’ aggiunto un suicidio. Resta una dose di rammarico – sottolinea – forse se i nostri servizi sociali fossero stati interpellati e messi a conoscenza del disagio familiare presente, saremmo potuti intervenire in qualche modo e magari scongiurare questa tragedia. Ma purtroppo cosi’ non e’ stato, non ci e’ mai giunta una segnalazione”. In mattinata il primo cittadino si e’ recato nella succursale della scuola Domenico Savio davanti alla quale ieri Pasquale Vitiello ha ucciso sua moglie Immacolata Villani. “Le lezioni sono riprese regolarmente – spiega – ovviamente senza la figlia di Immacolata, che ha 9 anni. Ieri ho firmato il provvedimento di affido agli zii materni e le abbiamo messo a disposizione i professionisti dei nostri servizi sociali. Siamo al suo fianco – e’ l’ impegno – e lo saremo anche in futuro”.
Pasquale Vitiello si è ucciso con la stessa arma con cui ieri mattina ha ammazzato la moglie. Finisce in tragedia ancora più efferata l’ennesima storia di “femminicidio” consumatasi in una cittadina del Vesuviano, Terzigno, e lascia orfana una bimba di otto anni. Imma Villani aveva 31 anni. Il suo matrimonio con Pasquale Vitiello è compromesso da quella che, come risulta finora, è una ossessionante gelosia. Che ci fossero stati maltrattamenti e violenze, è ancora da accertare. Quel che è certo è che la donna aveva sporto denuncia contro il marito ai primi di marzo ed era tornata a vivere dai genitori con la figlia chiedendo la separazione. Una decisione che Vitiello, 36 anni, proprio non riesce ad accettare e che lo spinge ieri mattina ad andare davanti la scuola frequentata dalla figlia, aspettare Imma e litigare con lei fino al punto da tirare fuori una calibro 22 e ucciderla, proprio lì davanti ai cancelli della scuola. Poi la fuga. Mentre gli psicologi si dedicano alla piccola che aspetta la sua mamma al termine dell’orario scolastico, i carabinieri cercano di trovare l’uxoricida. Una ricerca che dura tutta la notte e si conclude nelle prime ore della mattina quando, grazie alle triangolazioni delle celle cui si collegano i cellulari, trovano il cadavere di Vitiello in un capanno in via Vicinale Muro Vecchio. Il motociclo è abbandonato poco distante. L’arma è la stessa che ha usato contro la moglie. Secondo il primo esame del medico legale l’uomo si sarebbe ucciso già ieri mattina, subito dopo l’uxoricidio. Da quanto si apprende Vitiello ha lasciato molte lettere. Molte indirizzate alla figlia, forse per chiedere scusa. Una follia, questa di Terzigno, consumatasi per giunta proprio nel giorno della Festa del Papà.
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