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Il pentito: ‘I Vastarella volevano far evadere Vallanzasca dal carcere’

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Il clan Vastarella del rione Sanità voleva far evadere il boss della Comasina, Renato Vallanzasca, “il bel  Renè”, uno dei banditi più violenti del Nord Italia autore di decine di sanguinose rapine e sequestri di persona ma anche di clamorose evasioni, condannato a 4 ergastoli e circa 300 anni di reclusione. A svelare l’inedito retroscena del piano poi non messo in atto è stato il pentito del clan Lo Russo, Rosario De Stefano, ex fidanzato della donna che ha contribuito al pentimento del  boss Carlo Lo Russo, che ha contribuito con i suoi racconti a svelare mandanti ed esecutori dell’omicidio del boss della Sanità, Pietro Esposito, a chiarire alcuni particolari dell’omicidio della vittima innocente Genny Savastano e non ultimo a svelare tutti gli affari illeciti del clan Vastarella della Sanità, rione del quale è originario contribuendo anche al blitz contro la cosca dei boss Patrizio e Raffaele. Il retroscena viene raccontato in anteprima oggi sul quotidiano Croanche di Napoli. Ecco il racconto di De Stefano: “Mio cognato Enzo Toscano (ucciso nel 1997 in circostanze misteriose ndr) era quello che su incarico di Lelluccio Vastarella doveva far evadere Vallanzasca, nel senso che Lelluccio Vastarella, che era diventato amico di Vallanzasca in carcere, diede incarico a Patrizio Vastarella di mandare qualcuno con un avvocato all’interno del carcere facendo entrare una pistola che doveva essere data a Vallanzasca. Ricordo che mio cognato partì da Napoli con un avvocato e con una pistola e che raggiunse questo carcere che , se non ricordo male stava su un ‘isola. Tuttavia tale operazione non si concluse e non andò in porto”. De Stefano però non ha saputo dire il perchè il piano non andò in porto ma Vallanzasca detto anche “l’angelo del male” era già noto per le sue evasioni come quella famosa dalla clinica dove si era fatto ricoverare dopo aver mangiato uova marce e contraendo volontariamente l’epatite. Da alcuni anni era stato ammesso al programma della semilibertà e al mattina usciva dal carcere per andare a lavorare in una pelletteria. Nel 2014 si fece arrestare dopo aver tentato di rubare biancheria intima da un supermercato da regalare alla sua donna. E nell’agosto dello scorso anno Vallanzasca si rese protagonista di una violentissima aggressione nel carcere di Bollate a Milano ai danni di un agente penitenziario.

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Articolo pubblicato il giorno 15 Marzo 2018 - 13:47

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