Accantonata l’amarezza per i risultati deludenti ottenuti dal Pd a Salerno, i circa 1.400 appartenenti ai tre circoli cittadini, uno del centro e due della zona orientale, una spiegazione se la son data. Poche responsabilita’ del gruppo dirigente locale e regionale e piu’ di una del partito nazionale, che si e’ “allontanato troppo dai problemi quotidiani delle persone”. In cinque anni, dal 2013 al 2018, i dem, in quello che viene considerato il fortino del governatore campano Vincenzo De Luca, calano di dieci punti percentuali: dal 29,13% al 19,98%. Nonostante il candidato nel collegio uninominale fosse Piero De Luca, figlio primogenito del presidente della regione e sindaco di Salerno per un ventennio. Anche De Luca jr, e con lui il Pd, si e’ dovuto piegare alla “esplosione fortissima del Movimento 5 Stelle”, come e’ definita da una militante del circolo del centro citta’. Nella seconda citta’ della Campania e’ in programma martedi’ la riunione del circolo per effettuare “un’analisi del voto su Salerno citta’ – spiega il coordinatore Dario Greco – consci che bisogna ricominciare dal territorio e riconquistare la fiducia che evidentemente e’ mancata”. All’indomani del 4 marzo, “abbiamo ricevuto telefonate di persone che vogliono iscriversi al partito e che verranno gia’ alla riunione del 20 marzo”. Da qualche giorno e’ stato creato un gruppo WhatsApp per gli iscritti che, al momento, conta 70 partecipanti. “Siamo in riunione permanente”, commenta qualcuno. Altri, pero’ rilevano che la politica non si fa “nel chiuso dei circoli” e che si deve ripartire dai cittadini e non dai militanti. “L’elettorato – dice M.R.C. – si e’ allontanato dai partiti tradizionali. La sconfitta e’ dei partiti tradizionali, nei quali le persone non si riconoscono piu'”. Secondo militanti e simpatizzanti Pd, sono i temi della campagna elettorale ad aver fatto la differenza. Su tutti, sicurezza, immigrazione e lavoro: le promesse di Lega e M5s hanno fatto breccia tanto che il Carroccio, e’ passato dai 59 voti del 2013 a 3.923 e i 5 stelle da 18.958 a circa 30.000. “Mettiamoli alla prova, non e’ il caso di tornare al voto. Non e’ detto che siamo sempre noi i piu’ bravi”, dice Nico Mazzeo, coordinatore del circolo di Salerno Pastena, il piu’ numeroso con circa 700 iscritti, intitolato ad Angelo Vassallo, ucciso nel 2010 anche se il figlio del sindaco pescatore di Pollica ha chiesto si rimuova il nome del padre. Manca una sede fisica. “Siamo un circolo virtuale”, commenta Mazzeo che invita “rimboccarci le maniche tutti”. Una militante, M.G.I., e’ convinta che “le batoste servano per ripartire, come fatto nel 2008”. Ai coordinatori il compito di recepire i malumori delle persone che “hanno perso fiducia”. Come sottolinea Maria Rosaria Quagli, coordinatrice del circolo della zona orientale di Salerno: “E’ stata dura. Il risultato l’avevamo subodorato, ma non pensavamo fosse cosi’ drastico”.
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