Una vicenda processuale che presenta ”sintomi di iniquita”’. Caratterizzata da una campagna mediatica che avrebbe condizionato il processo, soprattutto quello di primo grado, dalla deroga al principio costituzionale del giudice naturale precostituito (con l’assegnazione del giudizio di appello a una sezione della Corte scelta ”ad hoc”) e da una sostanziale iniquita’ dell’intero procedimento. Sono i punti salienti del ricorso alla Corte europea di Strasburgo presentato dai legali di Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia che sta scontando una condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della nave da crociera avvenuto nelle acque dell’Isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012. I motivi dell’istanza presentati alla Corte europea dei diritti dell’uomo, e che nei giorni scorsi ha superato un primo filtro di ammissibilita’, sono stati illustrati oggi nel corso di una conferenza stampa dal collegio di difesa di Schettino, composto dagli avvocati Saverio Senese, Pasquale De Sena (docente di diritto internazionale), Paola Astarita, Irene Lepre e Donato Staino. In caso di accoglimento del ricorso per presunte violazioni dei diritti dell’imputato, come hanno spiegato i legali, si aprirebbe la strada a una revisione del processo in Italia.
I legali hanno sottolineato la ”pressione molto forte” che ha caratterizzato il processo e anche l’attivita’ del pubblico ministero. Tra i punti centrali del ricorso la presunta deroga al principio del giudice naturale (rpt, naturale) precostituito per legge. L’avvocato Senese a tale proposito ha evidenziato che tale norme e’ garantita dalla Costituzione. ”I cittadini hanno diritto di essere giudicati dal giudice naturale” ha affermato ricordando che la vicenda Concordia, configurando reati colposi, avrebbe dovuto essere assegnata alla terza sezione della Corte di Appello di Firenze e che invece Schettino venne giudicato da una sezione ”costituita ad hoc”. A giudizio dei legali si e’ trattato di ”una violazione dell’articolo 25 della Costituzione”. Se l’esito del procedimento promosso davanti alla Corte europea – ha spiegato De Sena – sara’ favorevole alla difesa, in Italia verra’ avviata obbligatoriamente la revisione del processo. Ma anche se il ricorso dovesse venire bocciato, gli avvocati si attiveranno lo stesso per promuovere la revisione: ”il nostro non e’ un intento rivendicativo, ma per l’affermazione di principi di giustizia che devono valere per tutti i cittadini”. Lo stesso Schettino, e’ stato reso noto, ha inviato una lettera a Strasburgo precisando che il ricorso ”non e’ contro l’Italia” ma rappresenta ”la richiesta di un giusto processo nel rispetto dei diritti costituzionali”. L’avvocato Irene Lepre ha detto che Schettino ”si aspetta la tutela dei diritti di cittadino italiano e europeo” ed ha sostenuto che il clima che ha condizionato l’esito del processo non e’ attribuibile solo alla stampa ”ma anche a organi istituzionali”. Mentre l’avvocato Laino ha detto che Schettino ha rappresentato ”un capro espiatorio” mentre nel naufragio della Concordia e’ stato un intero ”sistema che non ha funzionato”. Occorre dunque, secondo De Sena, che vangano ”rivalutate le circostanze dei fatti, comprese quelle che fuoriescono dalle responsabilita’ di Schettino”.
Articolo pubblicato il giorno 29 Marzo 2018 - 14:35