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I Casalesi incassavano soldi per lavori mai eseguiti all’Asl Na 3 Sud grazie al funzionario corrotto

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C’e’ anche un dirigente della Asl 3 di Napoli Sud, oltre a 4 imprenditori edili di Lucca e Caserta tra le persone coinvolte nell’inchiesta di guardia di finanza e Dda di Firenze che ha portato a 5 misure di custodia cautelare per lavori pubblici per milioni di euro mai eseguiti. E’ quanto spiegano le fiamme gialle in una nota. Per la Gdf, grazie ad “accordi di cartello” il sodalizio, basato in provincia di Lucca, si sarebbe aggiudicato oltre 50 commesse della Asl 3 di Napoli sud, per lavori di somma urgenza e “cottimi fiduciari”. Lavori che, “pur risultando falsamente attestati come avvenuti, di fatto in gran parte non venivano eseguiti”. “A tale scopo – si spiega – il sodalizio stabiliva consolidati rapporti corruttivi” col funzionario della Asl, il quale non solo aggiudicava l’appalto in violazione delle norme di trasparenza, correttezza e imparzialita’, ma consentiva al gruppo “di conseguirne il pagamento pur in assenza di qualsivoglia esecuzione dei lavori”. In questo modo lo stesso sodalizio negli ultimi anni sarebbe riuscito “a incamerare illecitamente e a costo zero appalti per oltre 6 milioni di euro che venivano riciclati nello svolgimento delle attivita’ immobiliari” dello stesso gruppo. ย Le investigazioni, coordinate dal Procuratore Capo Giuseppe Creazzo e dal Sostituto Procuratore Giulio Monferini, hanno evidenziato un gruppo criminale, basato in Provincia di Lucca, che ruotava intorno agli imprenditori edili DE ROSA A., residente a Lucca, PICCOLO F., residente a Caserta e PICCOLO L., residente a Montecarlo (LU), i quali, utilizzando societร  con sede in Toscana e Campania, molte delle quali โ€œapri e chiudiโ€ ed intestate a prestanome, attraverso turbative dโ€™asta attuate con โ€œaccordi di cartelloโ€, si aggiudicavano oltre 50 commesse della ASL 3 di Napoli Sud, per lavori di somma urgenza e โ€œcottimi fiduciariโ€, banditi per importi al di sotto di valori soglia oltre i quali sarebbe stato necessario imbastire formale gara di appalto. In questo modo, lโ€™invito a partecipare veniva sistematicamente effettuato ad imprese, riconducibili al sodalizio, le quali, a turno, risultavano aggiudicatarie dei lavori. Questi ultimi, pur risultando falsamente attestati come avvenuti, di fatto in gran parte non venivano eseguiti. A tale scopo, il sodalizio stabiliva consolidati rapporti corruttivi con DONNARUMMA Sebastiano, residente a Pimonte , Dirigente Responsabile del โ€œServizio Tecnico Area Sudโ€ della predetta ASL, il quale non solo aggiudicava lโ€™appalto in violazione delle norme di trasparenza, correttezza e imparzialitร , ma consentiva al sodalizio di conseguirne il pagamento pur in assenza di qualsivoglia esecuzione dei lavori Il gruppo criminale riusciva cosรฌ, negli ultimi anni, ad incamerare illecitamente e โ€œa costo zeroโ€ appalti per oltre 6 milioni di euro, che venivano riciclati nello svolgimento delle attivitร  immobiliari del sodalizio – come lโ€™acquisto, la ristrutturazione o la costruzione di edifici da parte di societร  del gruppo con sede in Provincia di Lucca (OPERA ITALIA Srl, FL APPALTI Srl, EDIL TRE Srl, O.L.C.A. Srls) e Grosseto (E.M. APPALTI Srl), in tal modo inquinando lโ€™economia legale e alterando le condizioni di concorrenza. Una parte dei profitti veniva inoltre trasferita e, allโ€™occorrenza, monetizzata attraverso pagamenti di forniture fittizie alla societร  EDILIZIA Srl., con sede legale a Roma e base operativa a Casaluce (CE), di fatto diretta dallโ€™imprenditore FERRI V., residente a Frignano (CE), anchโ€™egli destinatario di misura cautelare personale. Quanto al pubblico ufficiale DONNARUMMA, questโ€™ultimo, a fronte dei favori resi allโ€™organizzazione, otteneva denaro, la vendita di un appartamento ad un prezzo ampiamente sottostimato e altre utilitร a favore di suoi familiari. Ad alcuni tra i soggetti oggi arrestati viene altresรฌ contestata lโ€™aggravante di aver agevolato la cosca mafiosa dei casalesi โ€œfazione Michele Zagariaโ€, notoriamente radicata nel casertano (Casapesenna, San Cipriano Dโ€™Aversa, Trentola Ducenta, San Marcellino) e con ramificazioni in Toscana, nel Lazio e in Emilia Romagna, da sempre caratterizzata per il suo particolare attivismo nel mondo imprenditoriale e nel settore degli appalti pubblici.In particolare, i PICCOLO e DE ROSA potevano considerarsi โ€œa disposizione del clanโ€ avendogli inoltre consentito, tramite un imprenditore campano considerato โ€œa libro pagaโ€ della famiglia Zagaria, di aggiudicarsi diversi appalti della ASL 3 di Torre Annunziata (NA). Tra gli ulteriori appartenenti al sodalizio si evidenzia, infine, un Avvocato, indagato a piede libero ed esercente lโ€™attivitร  di consulente del lavoro con sedi a Salerno e a Follonica (GR), il quale, consapevole della fittizietร  dei lavori e della riconducibilitร  della aziende interessate ai suddetti soggetti, forniva loro servizi contabili e amministrativi, assicurando unโ€™apparente regolaritร  delle attivitร  imprenditoriali e della contabilitร  degli appaltiย  Lโ€™operazione odierna รจ stata condotta, sotto lโ€™egida della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, in stretto collegamento investigativo con la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e la Procura della Repubblica di Napoli Nord, la quale, nellโ€™ambito di un distinto contesto di indagini, sta oggi procedendo, con la Guardia di Finanza di Aversa, allโ€™esecuzione di 34 misure cautelari personali.

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Articolo pubblicato il giorno 26 Marzo 2018 - 12:43

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