“Ha sparato ‘vocca vocca’… hai capito? Me l’ha detto Marco”. Senza sapere di essere intercettato il figliastro di Pasquale Malavita parlava con sua madre Maria e moglie dell’uomo ucciso due mesi prima a Villaricca su decisione congiunta della Vanella Grassi e degli Amato Pagano. Il 43enne originario di Secondigliano, che in quel periodo si era trasferito a Villaricca, si lamentava della gestione degli affari e della sua “mesata”. Perciò aveva minacciato di andare dalle forze dell’ordine a denunciare i soci di camorra. Doveva perciò essere eliminato, dissero quelli della Vanella. Per l’omicidio di Pasquale Malvita in cinque hanno ricevuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, e tra questi c’è il presunto mandante Mario Riccio detto “Mariano”. Il quale in qualità di reggente dell’epoca degli Scissionisti acconsentì alle richieste dei ras della Vanella Grassi, allora sottogruppo degli Amato-Pagano. Secondo la ricostruzione fatta dai pentiti e supportate dalle indagini dei carabinieri dopo le ‘inconsapevoli’ confessioni del figliastro di Malavita il 1 ottobre del 2010 furono Fabio Magnetti e Alessandro Grazioso che in sella a uno scooter raggiunsero il bersaglio designato e lo uccisero; Giuseppe Magnetti e Umberto De Vitale andarono poi a recuperare lo scooter e l’arma per farli sparire. Pasquale Malavita fu assassinato in via Consolare Campano, nel comune di Villaricca, all’incrocio con via Firenze. Era da solo in sella a uno scooter Honda “SH300” quando i sicari, arrivati in due su uno scooter, lo affiancarono aprendo il fuoco a ripetizione. Il pentito Rosario Guarino detto Joe Banana figura apicale dell’epoca nella Vanella Grassi ha raccontato alla Dda: “Decidemmo di raccontare tutto sulle lamentale sulla gestione Mariano Riccio, che mi disse: quello che volete fare voi va bene, siete la mia famiglia… Raccontai a Mariano Riccio quanto mi aveva detto Pasquale Malavita e gli proposi di ucciderlo, secondo l’accordo che avevo già raggiunto con Fabio Magnetti, ma era necessaria l’autorizzazione di Riccio. Il quale aggiunse che Malavita si stava comportando male e dunque meritava di morire”. Gli spunti investigativi era già arrivati due mesi dopo l’omicidio, come riporta Il Roma, grazie a una microspia piazzata nell’auto di Maria M. moglie dell’uomo ucciso la quale parlando con il figlio Isidoro viene a sapere da quest’ultimo quello che avevano sospettato fin dal primo momento e cioè che ad ucciderlo erano stati i suoi amici. “Ha detto Marco comunque (riferendosi a un suo amico non identificato con certezza, ndr) che… ha detto sicuramente… ha detto attraverso la voce… sono stati loro… impossibile che è qualcun altro… ha detto cento cento sono stati loro per forza… però ha detto… ha detto non penso che è partito da là. Penso che è qualcuno più alto… ha detto che è partito da una persona più…”. E così la donna mette in guardia il figlio : “Tu alla fine comunque ti devi parare il culo perché ora alla fine qua si stanno ubriacando tutte le acque, quindi allora ecco perché uno deve far sapere che comunque tu…”.
Isidoro: “Ma io subito mi sono visto con Marco”.
Maria: “Però tu eh, pure loro no, cioè Marco sì e con noi no?”.
Isidoro: “Comunque io con Marco tengo un rapporto di amicizia”.
Maria: “Ma comunque alla fine tu glielo hai specificato che…”.
Isidoro: “Ho avvertito Marco che non potevo uscire là sopra”.
Maria: “Eh eh ho capito, dico glielo hai detto?”.
Isidoro: “Gliel’ho detto a Marco, ha detto che è a posto”.
Maria: “Che a noi comunque ci brucia”.
Isidoro: “Eh gliel’ho fatto dire, gli ho detto proprio preciso così, su ’ste cose non si… perché si collegano tante cose… così gli ho fatto dire”.
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