In “‘Gomorra’ vediamo i camorristi che esercitano il potere della camorra e della violenza ma non si vede mai lo Stato che interviene, che reagisce e reprime. Non si vede mai un professore ne’ un alunno, qualcuno che si impegna, non si vedono le associazioni. Ma che realta’ e’ quella? E’ una realta’ che dimostra effettivamente quello che avviene sui territori o e’ solo un settore per far conoscere cosa e’ la camorra? Ma se cosi’ e’, quel settore deve necessariamente integrarsi con tutti gli altri settori: cultura, repressione, prevenzione, associazionismo, della scuola”. Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, rivolto agli alunni, questa mattina, ad Ercolano (NAPOLI) in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di vittime innocenti delle mafie. ”Oggi – ha aggiunto – c’e’ sempre piu’ un trasporto verso una modalita’ di comunicazione che e’ la creazione di un palcoscenico virtuale in cui ciascuno si mostra come un divo, o comunque c’e’ questa aspirazione ad essere divi. E cio’ e’ proprio di un attore, non di colui che vive in una realta”’. ”Spesso ciascuno di noi sta con le proprie applicazioni e i propri strumenti telematici in attesa di trovare un incontro virtuale o comunque rappresentarsi virtualmente. Ma e’ veramente cio’ di cui abbiamo bisogno? Io comincerei a domandarmi ”’il comunicare in questo modo e’ un comunicare che ci porta allo sviluppo culturale della migliore societa’?”.
Articolo pubblicato il giorno 19 Marzo 2018 - 14:20