Salerno. Il Tar riapre le Fonderie Pisano chiuse il 22 febbraio scorso. La fabbrica potrà riprendere la produzione, almeno per ora, in attesa che venga delocalizzato lo stabilimento che è nella frazione Fratte. Lo ha stabilito la seconda sezione (presidente Maria Abbruzzese, consigliere Paolo Severini, relatore Michele Conforti) del tribunale amministrativo regionale della Campania, sezione staccata di Salerno, con un’ordinanza emessa nel primo pomeriggio di oggi. Accolta, dunque, la richiesta di sospensiva avanzata dai legali dei Pisano, gli avvocati Enrico Follieri e Lorenzo Lentini. L’opificio di via dei Greci, da anni al centro di polemiche per l’impatto inquinante che avrebbe sull’ambiente, era stato chiuso lo scorso 22 febbraio. In quella data, infatti, la Regione Campania aveva revocato l’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), determinando l’interruzione dell’attività produttiva e, al contempo, consentendo esclusivamente le indispensabili operazioni di messa in sicurezza degli impianti.
Nel ricorso presentato alla magistratura amministrativa, la proprietà, per vedersi annullato il provvedimento della Regione, aveva fatto leva su molteplici punti: le ricadute negative sulle condizioni di vita dei 110 lavoratori se fosse stata sospesa l’attività lavorativa; il paventato fallimento dell’impresa a causa della sospensione dei lavori; la proposizione di un eventuale causa risarcitoria di ingente valore economico, con possibili ricadute negative sui saldi di finanza pubblica del bilancio regionale. I giudici di largo San Tommaso d’Aquino, quindi, sostenendo che “l’interesse pubblico è comunque soddisfatto in ragione del permanente potere di controllo e monitoraggio dell’impatto dell’attività produttiva, sotto il profilo ambientale e sanitario” hanno accolto la domanda cautelare sospendendo l’efficacia dei provvedimenti impugnati in attesa della definizione del giudizio, il cui merito è fissato per il 19 dicembre prossimo.
Articolo pubblicato il giorno 29 Marzo 2018 - 19:13