Salerno. Messi in una cella di circa 20 metri quadri con altri 8 detenuti, senza riscaldamento e acqua calda. Così decidono di richiedere un risarcimento al Ministero della Giustizia. I detenuti ritengono che quel trattamento avrebbe violato l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. A decidere di accogliere o rigettare i ricorsi sarà il tribunale civile di Salerno alla luce della Sentenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo, promulgata l’8 gennaio 2013, che ha imposto alla nostra nazione di prevedere una norma che consenta a chi ha subito in carcere un trattamento disumano di essere risarcito. Le vicende si riferiscono al periodo 2014 quando nel penitenziario salernitano c’erano oltre 200 unità in più rispetto al parametro della capienza regolamentare che prevede un numero massimo di detenuti all’interno della struttura. C’è già un precedente. Era nel novembre 2016 quando il giudice del tribunale di Salerno accolse il ricorso di risarcimento avanzato da un ex giovane detenuto del carcere di Fuorni per trattamento inumano. In quell’occasione il Ministero della Giustizia fu condannato al risarcimento dei danni. Quella sentenza rappresentò la prima pronuncia di accoglimento in materia da parte del foro salernitano che si allineò con i tribunali di tutta Italia già alle prese con richieste di risarcimento.
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