Li avevano chiamati ‘impresentabili’ nel corso della campagna elettorale. Anche se per casi molto diversi, si va dai candidati indagati di centrodestra e centrosinistra agli espulsi del Movimento 5 Stelle distinti poi tra ex massoni, il caso del presidente del Potenza Calcio Caiata, il controverso Dessì e i parlamentari coinvolti in rimborsopoli. Lo scettro degli impresentabili va sicuramente al rieletto in Senato con Forza Italia Luigi Cesaro, raggiunto da un avviso di garanzia per voto di scambio a pochi giorni dal voto. Riconfermato anche Domenico De Siano, coordinatore Fi in Campania, capolista a Napoli. E’ imputato per corruzione per le mazzette sugli appalti a Ischia. Non passa invece Antonio d’Alì che deve tornare davanti ai giudici per mafia, battuto in Sicilia nel collegio di Trapani. Il senatore forzista chiama in causa “la guida Micciché-Musumeci” del partito nell’isola e sostiene che Forza Italia in Sicilia abbia bisogno di una “nuova guida”. Riesce a conquistarsi un posto da deputato Ugo Cappellacci, capolista in Sardegna, imputato per abuso d’ufficio nello scambio nello scandalo P3. Nelle fila del Pd non ce la fa all’uninominale di Salerno Piero De Luca, imputato per bancarotta fraudolenta per il crac Ifil. Non si capisce se entri comunque in Parlamento in quanto capolista alla Camera nel plurinominale di Caserta. Probabile l’elezione, grazie al listino bloccato, di Umberto Del Basso De Caro, capolista Pd a Benevento nel proporzionale, indagato per tentata concussione e voto di scambio per alcune sue intercettazioni. Non dovrebbe essere passata invece Eva Avossa, candidata dai Dem a Salerno per la Camera, imputata nei processi di abuso d’ufficio per il Crescent e gli appalti di Salerno.Accusati di massoneria quindi non in regola con il codice deontologico del M5S, Pietro Landi, candidato dai Cinquestelle nel collegio uninominale della Camera a Lucca (non eletto, arrivato terzo dietro i candidati della coalizione di centrodestra e di centrosinistra, Riccardo Zucconi e Stefano Baccelli) e Bruno Azzerboni, candidato al Senato in Calabria, anche lui non eletto. Diventerà deputato Catello Vitiello, espulso dal M5s con un passato nella massoneria, candidato alla Camera nel collegio uninominale di Castellammare di Stabia dove ha ottenuto il 46,58% dei voti. Il presidente del Potenza Calcio, Salvatore Caiata, espulso dal M5S, è stato eletto alla Camera nel collegio uninominale di Potenza con 60.706 preferenze, pari al 42,07% dei voti.- Il deputato Andrea Cecconi, espulso dal M5S per i bonifici truccati sui rimborsi, è stato eletto alla Camera nel collegio uninominale delle Marche 02 con 48.423 preferenze pari al 34,98% dei voti.”Una bellissima nottata…”. Ha commentato così il risultato elettorale Emanuele Dessì, candidato dal M5S in Senato a Latina sia all’uninominale (dove non ha vinto) sia al proporzionale in buona posizione. L’imprenditore, finito al centro delle polemiche per la casa popolare in affitto a 7 euro e per il video che lo ritrae con Domenico Spada, ha firmato un atto in cui si impegna a rinunciare alla elezione. Tra i parlamentari espulsi che non hanno restituito interamente i rimborsi, invece, il senatore Maurizio Buccarella è stato rieletto al Senato nel listino in Puglia 02. “Sto aspettando di sapere se l’ufficio elettorale prenderà in considerazione la mia rinuncia alla proclamazione”, spiega Buccarella. Anche il senatore Carlo Martelli, capolista in Piemonte 2, con ogni probabilità tornerà a sedere sugli scranni di Montecitorio. Il deputato Andrea Cecconi, espulso dal M5S per i bonifici truccati sui rimborsi, è stato eletto alla Camera nel collegio uninominale delle Marche 02 con 48.423 preferenze pari al 34,98% dei voti e ha superato il ministro Marco Minniti. Per gli altri espulsi (Silvia Benedetti, Emanuele Cozzolino) non è ancora certo l’esito in quanto non si conoscono i risultati dei collegi plurinominali. Eletti invece in Puglia Emanuele Scagliusi e Barbara Lezzi, entrambi richiamati ma non espulsi dal Movimento sempre per la questione rimborsi. Stesso discorso per Federica Dieni in Calabria. Giulia Sarti, autosospesa dal M5S e candidata in Emilia Romagna, non è passata all’uninominale, ma è probabile sia stata eletta nel listino bloccato.
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