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Da capo dell’antidroga a trafficante: la Cassazione conferma i 18 anni di carcere per l’ex carabiniere napoletano

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E’ diventata definitiva la sentenza d’appello nei confronti dei carabinieri Umberto Solvi e Luigi Cecere, entrambi di Napoli, condannati assieme ad altre quattordici persone per un vasto traffico internazionale di droga. Il primo era l’ex capo dell’antidroga che lavorava anche con la Dda di Cagliari; il secondo un militare che negli anni si era messo in evidenza proprio con gli arresti nel mondo degli stupefacenti. La Cassazione in queste ore ha confermato la decisione della Corte d’Appello che aveva inflitto 18 anni e otto mesi a Solvi e 15 anni e tre mesi a Cecere. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Danilo Tronci della direzione distrettuale antimafia di Cagliari, era scattata nel 2008 con 49 ordini di custodia cautelare a seguito dell’operazione ‘Biancaneve’, investigando in gran segreto sull’operato dei due carabinieri e di una banda che ruotava attorno a Ornella Desogus, poi diventata collaboratrice di giustizia e condannata a sei anni e sette mesi. L’unico ricorso accolto dalla Suprema Corte di Cassazione e’ quello presentato dall’avvocato Herika Dessi’ per conto dell’imputato Marco Balestrino, mentre per i due carabinieri e il resto della banda potrebbero scattare gia’ in queste ore gli ordini di esecuzione penale, tanto che potrebbero gia’ decidere di presentarsi spontaneamente in giornata negli istituti carcerari.

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(Nella foto de L’unioneSarda.it Luigi Cecere e Umberto Solvi)


Articolo pubblicato il giorno 2 Marzo 2018 - 11:04


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