Il caso di un sequestro di un uomo in pieno giorno, a Torino, per chiedere un riscatto di 3 milioni di euro, e’ stato risolto dalla Squadra Mobile che ha arrestato tre persone e individuato un quarto complice, attualmente libero per un presunto vizio di forma. In carcere sono finiti Angelo Alosi, 58 anni, semilibero, gia’ condannato anche per omicidio, Simone Aleccia, 48 anni, carrozziere, e Christian Conversano, 30 anni, venditore di auto. Sono accusati del sequestro, il 24 aprile 2017, fuori da un albergo a ore, di Ivan Napoli, 28 anni, originario di Reggio Calabria, che commerciava auto in nero. La vittima era stata sorpresa da uomini che indossavano false pettorine della polizia e portata in un garage affittato alla periferia della citta’. Napoli era rimasto ferito inavvertitamente a un piede mentre i suoi carcerieri tagliavano le fascette elastiche con le quali l’avevano legato. L’emorragia aveva convinto i sequestratori a lasciarlo libero per andare in ospedale. Il giorno dopo aveva denunciato il sequestro, convinto da un amico. Dopo mesi di complesse attivita’ investigative, attraverso minuziose analisi di tabulati, intercettazioni telefoniche, escussione di testimoni e accertamenti di polizia scientifica, il caso e’ stato risolto. Nel garage la scientifica ha trovato tracce di Dna, dal sangue perso da Napoli, tracce biologiche che la banda di sequestratori aveva inutilmente cercato di cancellare usando anche potenti acidi. Il quarto coinvolto nel sequestro, B.F., 35 anni, carrozziere di Borgaro (Torino), era fuggito a Dubai ed e’ tornato libero per il ritenuto vizio di forma; si attende la decisione della Cassazione sul ricorso presentato dal suo avvocato, Vittorio Nizza contro la decisione del Tribunale del Riesame di Torino, che ha nuovamente disposto la carcerazione. Il basista del commando era Conversano, ‘amico’ della vittima. Le indagini, coordinate dai pm Paolo Toso e Monica Abbatecola, si sono scontrate con l’omerta’ di tutti i protagonisti della vicenda. “E’ stata un’indagine complessa sia dal punto di vista tecnico scientifico sia dal punto di vista investigativo – commenta il dirigente della squadra mobile di Torino, Marco Martino – I soggetti coinvolti nell’episodio, sia la vittima che i sequestratori, sono pregiudicati di elevato spessore criminale. Non si escludono interessi piu’ alti della criminalita’ locale”.
Articolo pubblicato il giorno 29 Marzo 2018 - 13:32