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Clan Vastarella, il pentito: ‘Il nero sfondò il muro durante la strage delle Fontanelle e fece scappare Antonio, figlio del boss’

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Sono due i pentiti che hanno collaborato all’inchiesta della Dda di napoli e che dall’alba di ieri ha stroncato il potente clan “familiare” dei Vastarella del rione Sanità con 18 arresti di cui 16 in carcere e due ai domiciliari e altri due indagati a piede libero. Si tratta di Rosario De Stefano, già noto per aver aiutato Carlo Lo Russo a organizzare l’omicidio dell’e boss del rione Pietro Esposito detto “Pierino” , dando in pratica campo libero alla nuova ascesa dei Vastarella e Salvatore Marfè ex affiliato del gruppo di Forcella del boss, anch’egli pentito Maurizio Ferraiuolo.. Il primo ha parlato di Patrizio Vastarella e della moglie, ma ha pure riferito un particolare inedito relativo alla strage delle Fontanelle del 22 aprile 2016. Il secondo invece ha parlato in particolare delle alleanze tra i clan del rione Sanità e i clan di Forcella. È stato lui a raccontare che i Sequino e i Savarese si erano alleati con i Sibillo. E’ stato il pentito Rosario De Stefano a svelare un particolare inedito dell’agguato delle Fontanelle nel circolo Madonna Santissima dell’Arco in cui furono uccisi Giuseppe Vastarella, il cognato Salvatore Vigna e rimasero feriti Dario Vastarella, Antonio Vastarella (figlio di Patrizio) e Alessandro Ciotola, questi ultimi due tra i 16 finiti in carcere ieri. Nell’’interrogatorio reso ai pm antimafia il 31 ottobre del 2016 De Stefano ha raccontato: “Per quanto mi ha raccontato ’o zo, è stato Micol il nero a rompere la parete consentendo la fuga di Antonio Vastarella. Io avevo un buon rapporto con Micol: era lui la persona da cui mi rifornivo quando frequentavo le Fontanelle tutti i giorni. Non ho mai parlato con Micol della strage delle Fontanelle. Avevo saputo da Fabio Vastarella e dal cognato di quest’ultimo, tale “Tozzillo”, che lui aveva salvato Antonio Vastarella sfondando il muro. Ma non ne ho mai parlato con Micol. Ho poi incontrato Patrizio Vastarella, sono andato a fargli le condoglianze e abbiamo parlato del figlio che si era salvato grazie all’intervento di Micol”.Oltre alle 18 misure cautelare tra cui 16 in carcere e due donne ai domiciliari Manuela Murolo e Gelsomina Galasso, nell’inchiesta figurano anche i nomi di Antonio Ciotola e Agostino Riccio  per i quali il Gip non ha concesso la misura cautelare chiesta dalla Dda.

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(nella foto da sinistra il boss Patrizio Vastarella, la moglie Dora Staterini, il figlio Antonio, Mike Korkoi, Giuseppe Vastarello e Salvatore Vigna)


Articolo pubblicato il giorno 4 Marzo 2018 - 08:46

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