Dopo averla picchiata, uccise la moglie con oltre quaranta coltellate davanti al figlio di cinque anni. Così, Salvatore Siani, con l’accusa di omicidio volontario premeditato e aggravato da futili motivi, finisce a processo. Per sufficienza di elementi, il sostituto procuratore di Nocera Inferiore, Roberto Lenza, richiede il giudizio immediato: davanti ai giudici della Corte d’Assise, il barbiere quarantottenne di Cava de’ Tirreni. Era il 22 gennaio quando a casa della madre della vittima, l’imputato picchia sua moglie Nunzia Maiorano di quarantuno anni, prendendola a morsi e a calci, strappandole i capelli, rompendole il setto nasale e lo zigomo destro fino ad ammazzarla con più di quaranta coltellate. Quel giorno Salvatore aveva accompagnato due dei tre figli a scuola. In casa era rimasto il più piccolo, quello di cinque anni. Nunzia aveva dormito con la madre, nella casa ubicata in località Sant’Anna ed era impegnata a preparare la colazione quando l’uomo, suo marito, la aggredisce alle spalle. Inutile il tentativo della donna di fuggire in camera da letto, suo marito aveva premeditato l’omicidio avendo l’arma del delitto con se. A chiamare i carabinieri fu una vicina di casa attirata dalle urla. Davanti al gip, che ne convalidò il fermo, Salvatore Siani provò a difendersi, sostenendo di essere stato esasperato dalla donna, che lo avrebbe più volte invitato ad andar via di casa. I litigi tra i due pare fossero frequenti nell’ultimo periodo. Nunzia – secondo testimonianze – era stanca degli atteggiamenti violenti del marito. Difeso dal legale Agostino De Caro, il barbiere cavese comparirà a breve davanti al gip, al quale potrà chiedere di essere giudicato con rito alternativo, invece di un processo davanti a un collegio di giudici.
Articolo pubblicato il giorno 13 Marzo 2018 - 10:10