Era già capitato nel giugno scorso dopo il primo arresto avvenuto e ora “terremoto” per l’anagrafe Salvatore Di Lauro uno degli ultimi dei nove figli in vita del super boss Paolo di Lauro detto “Ciruzzo o’ milionario” torna in libertà dopo il secondo arresto del 28 febbraio scorso.
Tutto ruota attorno a quella parola – terremoto – che è il nomignolo con il quale viene indicato secondo gli inquirenti Salvatore Di Lauro. E anche questa volta il Tribubale del Riesame dice no alla Procura revocando gli arresti a carico di Salvatore Di Lauro. Difeso dal penalista Vittorio Giaquinto, Salvatore Di Lauro può lasciare il carcere, mentre vengono in gran parte confermate le misure cautelari a carico di una dozzina di presunti esponenti del clan dei girati – quelli della Vinella Grassi – indicati come narcotrafficanti al soldo della camorra.
Lo scorso anno ci furono le esplosioni dei fuochi d’artificio a Secondigliano che era stato arrestato insieme ad altre 26 persone tra cui due finanzieri corrotti al servizio del clan della Vinella-Grassi, al suo fidato Giovanni Cortese ‘o cavallaro e a un’altra ventina di esponenti del suo stesso clan e dei Girati e del clan Pesce-Marfella di Pianura. I suoi difensori, quindi anche questa volta hanno convinto i giudici del Riesame sull’infondatezza delle accuse da parte di una dozzina di pentiti tra cui l’ex reggente della Vinella Grassi, Antonio Accurso ‘ o puorco, secondo il quale insieme con Salvatore Di Lauro aveva organizzato un traffico di droga. Salvatore Di Lauro secondo i pentiti faceva i cosiddetti passaggi di mano di di droga e gestiva in proprio un traffico di marijuana con alcune cosche della sacra Corona Unita pugliesi. Di Lauro si era difeso sostenendo di non avere niente a che fare con la droga e che stava gestendo una pizzeria insieme con la moglie. E così come a giugno Di Lauro torna libero.
Articolo pubblicato il giorno 23 Marzo 2018 - 11:30