Baby gang a Napoli, Maria Luisa Iavarone, la mamma di Arturo accoltellato a Napoli, commenta le ultime denunce per aggressioni a minori da parte di due giovanissimi a Bagnoli. “La violenza come unico dispositivo identitario per stare al mondo, per affermare il sè”. Ha detto Maria Luisa Iavarone. “Se un bambino di 10 anni soltanto ritiene di ferire in maniera significativa una persona più grande – spiega – non è per il reato predatorio in sè, ma perchè la violenza è l’unico modo di comunicare che conosce”. “Sono bambini con i destini segnati se non facciamo, tutti, un lavoro importante – sottolinea – sulla genitorialità, sulle famiglie disfunzionali di cui fanno parte, rispetto alle quali occorrono decisioni di sistema”. “Per esempio – afferma – si potrebbe pensare a comunità fuori regione, come accade per chi ha una tossicodipendenza. Un modo per allontanarli dai loro contesti. Non possiamo attendere che questi ragazzini aggrediscano loro coetanei per renderci conto che sono su strade sbagliate”. Iavarone, docente di Pedagogia dell’Università Parthenope di Napoli, non ha smesso un solo giorno, dall’aggressione di Arturo, di tenere alta l’attenzione sulla violenza minorile. Il prossimo passo è una marcia antiviolenza, in programma nel pomeriggio di venerdì prossimo, 9 marzo, a Scampia, periferia a nord di Napoli, che vede il coinvolgimento di scuole, associazioni, enti del terzo settore. “Sto pensando anche a una fondazione – fa sapere – bisogna passare a un nuovo concetto di cittadinanza. I numerosi invii che ricevo per partecipare a incontri e dibattiti, testimonia la preoccupazione diffusa rispetto a questi temi”.
Articolo pubblicato il giorno 6 Marzo 2018 - 11:59