E’ stato un duplice omicidio quello di Raffaele “Ultimo” Cepparulo e dell’innocente Ciro Colonna ascoltato in diretta dagli investigatori sia nella sue fasi organizzative sia nei suoi commenti che avevano piazzato una microspia a casa di Luisa De Stefano, moglie del boss detenuto Roberto Schisa e sul cui cui conto si stava indagando per un traffico di droga gestito dalla stessa nel lotto 0 di Ponticelli. Nelle 100 pagine dell’ordinanza del gip Alessandra Ferrigno che ha portato in carcere mandanti, killer e fiancheggiatori di quel duplice omicidio vengono descritte tutte le fasi dell’omicidio dalla preparazione alla fuga e per finire ai commenti negativi sull’uccisione dell’innocente Ciro Colonna. Sono stati loro stessi i protagonisti a raccontarlo a loro insaputa commentando in casa della De Stefano il tutto. A sparare contro Cepparulo è stato Michele Minichini detto Tiger figlio del boss Ciro Minichini ( in carcere al 41 bis dove sta scontando un ergastolo) e di Cira Cipollaro. A fare fuoco per errore (“perchè gli tremava la mano” come hanno raccontato i testimoni) contro l’innocente Ciro Colonna invece è stato Antonio Rivieccio detto cocò, uomo dei Sibillo. L’omicidio di Cepparulo è stato decretato da Ciro Rinaldi perchè aveva fatto fuoco sia contro la sua abitazione alcuni giorni prima sia contro l’abitazione di Cira Cepollaro per mandare un segnale a Michele Minichini che avrebbe voluto uccidere per fare un favore ai De Micco ai quali si era legato. Di questo ne ha parlato agli investigatori l’ultimo pentito dei Bodo, Rocco Capasso. I De Micco qualche mese prima del duplice omicidio erano anche andati a fare una stesa al rione Sanità contro i Vastarella “per favorire Lello” ma era stati fermati dalla polizia. Lo stesso Cepparulo aveva chiesto ai De Micco una pistola ma il reggente Luigi non avendo fiducia dell’uomo delle Case Nuove impose a suoi di non dargli l’arma. Leggendo l’ordinanza si capisce come la sfortuna si sia accanita contro l’innocente Ciro Colonna perché l’omicidio di Raffaele Ultimo Cepparulo era stato programmato il giorno prima solo che i due killer erano arrivati tardi nel circoletto e la vittima designata già era andata via. I due killer erano rimasti a secco con lo scooter cosa che aveva fatto andare su tutte le furie Anna De Luca Bossa che commentando l’accaduto, aveva ammonito: “….. siamo sicuri? …. sotto un reato rimani a piedi o frate o no? …. glielo ho detto pure a Mauè … io mi tolgo da mezzo … o quelli sono guai”; ed ancora; ” .. se per domani non si fa niente … glielo ho detto anche a Mauè io mi tolgo di mezzo … e no perché un altro poco ci sta sgamando lui a noi …. ci uccide lui”. Quanto accaduto poi il pomeriggio del 7 giugno del 2016 nel circoletto di via Cleopatra a Ponticelli gestito da Umberto De Luca Bossa, nipote di Anna viene raccontato nei dettagli dalle persone presenti al momento dell’agguato. Oltre alle due vittime e al gestore ci sono presenti Chiarolanza Ciro detto Limone, amico e accompagnatore di Cepparulo, Ciambriello Ciro e una ragazza di nome Francesca.
In particolare Colonna Ciro e Francesca stavano giovando a biliardino, Chiarolanza Ciro era in piedi tra il bancone e la porta del bagno, Cepparulo e Ciambriello stavano giocando a carte, il primo seduto dietro al bancone in modo da avere la visuale sull’intero locale e il secondo di fronte al bancone dal lato esterno, con le spalle al resto del locale. Il gestore del locale, De Luca Bossa Umberto, sostava all’esterno del circolo, dove era stato raggiunto anche dalla zia De Luca Bossa Anna che, poco prima, era entrata all’interno del circolo e, poi, ne era uscita. Era lei che aveva portato la battuta e aveva avvisato i killer della presenza di Cepparulo specificando nel dettaglio l’abbigliamento di tutti i preseenti in modo da non farli confondere.In tale frangente accedeva nel locale, a piedi, dall’ingresso anteriore, ossia dall’ingresso principale, un uomo di giovane età, giunto a piedi, snello ed alto circa 1, 75 cm, con indosso una felpa o giubbino modello “Riders” – di quelli con la cerniera che chiude anche il cappuccio con gli occhiali – che, impugnando una pistola a tamburo di colore acciaio, intimava ai presenti che quella era una rapina. A quel punto Chiarolanza riusciva ad allontanarsi dalla porta principale, Ciambriello si girava verso il rapinatore con le mani alzate, Cepparulo si sollevava dallo sgabello per sporgersi dal bancone per vedere il rapinatore sull’uscio. In tale frangente, dalla porta posteriore del circolo, entrava un altro uomo, armato di una pistola tamburo, che si avvicinava a Cepparulo dal suo lato destro ed esplodeva contro di lui numerosi colpi. Ciambriello e Cirino scappavano. Nessuno dei presenti, al momento dell’arrivo dei killers, aveva sentito rumori di veicoli. Nell’inchiesta vi sono coinvolte 10 persone di cui 8 raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere e due indagate a piede libero. Ecco cosa scrive il gip a proposito dei ruoli di ognuno:
– RINALDI CIRO deliberava ed organizzava l’omicidio predisponendo anche le armi e il veicolo da impiegare nell’agguato;
– CEGLIE GIULIO partecipava alle fasi deliberative ed organizzative;
– DE STEFANO LUISA e MAIONE VINCENZA partecipavano alle fasi deliberative ed organizzative e ricoprivano uno specifico ruolo anche nelle fasi esecutive, occupandosi, entrambe, del sistema delle comunicazioni telefoniche tra gli indagati e la seconda anche dell’accompagnamento sul luogo dell’agguato di RIVIECCIO ANTONIO;
– DE LUCA BOSSA ANNA partecipava alla deliberazione e all’organizzazione dell’omicidio e ricopriva, nella fase esecutiva, il ruolo di recuperare armi e veicolo, prima e dopo l’agguato, diindividuare il momento in cui colpire la vittima, segnalandone gli spostamenti agli esecutori materiali, di ospitare presso la propria abitazione gli esecutori materiali prima dell’omicidio e di assicurarne la jùga nel momento successivo;
– ONESTO GABRIELLA (indagata) partecipava alle fasi esecutive quale addetta al sistema delle comunicazioni telefoniche, fungendo da intermediaria tra DE LUCA BOSSA ANNA, DE STEFANO LUISA, MAIONE VINCENZA e gli altri indagati;
– CIPOLLARO CIRA e MINICHINI ALFREDO (indagato) partecipavano alle fasi esecutive, occupandosi entrambi di avvisare DE STEFANO LUISA e MAIONE VINCENZA dell’arrivo di RIVIECCIO ANTONIO a San Giovanni a Teduccio per il successivo accompagnamento sul luogo dell’omicidio, CIPOLLARO CIRA provvedendo anche direttamente a tale accompagnamento insieme a MAIONE VINCENZA;
– MINICHINI MICHELE e RIVIECCIO ANTONIO partecipavano alle fasi deliberative ed organizzative dell’omicidio e, nelle fasi esecutive, ricoprivano il ruolo di esecutori materiali.
Con le aggravanti di aver agito in più di cinque persone, di aver premeditato l’omicidio di CEPPARULO RAFFAELE preordinando un agguato con organizzazione di mezzi e modalità di esecuzione nonché con una precisa distribuzione di ruoli.
Con l’lulteriore aggravante di cui all’art. 7 L. n. 2013/1991, per aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. derivanti dalla partecipazione alle organizzazioni camorristiche denominate clan RINALDI e clan delle “PAZZIGNANE” nonché al fine di agevolare e consolidare l’espansione delle predette organizzazioni operanti nel territorio, rispettivamente, di Ponticelli -RIONE DE GASPERI- e di San Giovanni a Teduccio e zone limitrofe”.
Renato Pagano
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Articolo pubblicato il giorno 28 Marzo 2018 - 00:11