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Allarme terrorismo a Roma: è caccia al tunisino

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Un tunisino sospetto terrorista che starebbe pianificando attentati a Roma. E’ allerta dopo una segnalazione inviata nei giorni scorsi all’antiterrorismo dall’ambasciata italiana di Tunisi che, a sua volta, si era vista recapitare una lettera anonima in cui si parlava di una possibile minaccia terroristica in Italia, in particolare nel centro di Roma, ad opera di un cittadino tunisino sospettato di essere un islamista radicale appartenente all’Isis. Nella segnalazione, confermata dalla Farnesina, si fa riferimento ad Atef Mathlouthi, tunisino 41enne arrestato piu’ volte a Palermo e con precedenti per droga, che dovrebbe essere residente in Tunisia. La sua foto segnaletica e’ stata diramata a tutti gli uffici investigativi e anche alle pattuglie sul territorio. L’uomo, secondo quanto riportato nella lettera, potrebbe pianificare attentati nella capitale e, in particolare, nella metropolitana ma anche in “caffe’, siti turistici e centri commerciali”. Il warning e’ all’attenzione degli esperti dell’antiterrorismo, che lo stanno valutando con attenzione. In ogni caso sono comunque state sono state rafforzate le misure di sicurezza a Roma: un innalzamento del dispositivo che si va ad aggiungere a quello solitamente predisposto per le festivita’ pasquali in tutta Italia e che domani vedra’ un ulteriore passaggio con un tavolo tecnico in Questura. Attenzione in particolare alle iniziative religiose: dalle celebrazioni nelle chiese della citta’ a quelle all’aperto, come la via Crucis al Colosseo venerdi’. Ma e’ stata sensibilizzata la vigilanza di palazzi istituzionali e aree pedonali, centri commerciali, metro, stazioni e aeroporti, con bonifiche e controlli. Sotto osservazione gli ambienti dell’estremismo islamico mentre sono previsti controlli ai valichi di frontiera. Quella riguardante Atef Mathlouthi e’ solo l’ultima delle diverse segnalazioni che da mesi gli 007 di Tunisi girano ai nostri apparati di sicurezza, nell’ambito di una collaborazione, ripetono al Viminale, “consolidata, costante e proficua” che dura da tempo e che e’ stata rafforzata recentemente in un incontro tra il ministro Minniti e il suo collega tunisino Lofti Brahem. Una collaborazione che trova conferma anche nel numero degli espulsi: nel 2017 sono stati piu’ 25 i tunisini rimpatriati e in questi primi due mesi e mezzo sono gia’ 7. L’ultimo – secondo gli investigatori in contatto con un foreign fighter in Siria e pronto ad un “gesto eclatante” – 20 giorni fa: era arrivato con un barcone a Linosa, dove lo hanno arrestato per una precedente condanna per droga, e successivamente espulso. E proprio la rotta Tunisia-Italia e’ quella che al momento viene monitorata con maggiore attenzione. Perche’ con il calo dei flussi dalla Libia, c’e’ stato nel 2017 un aumento del 492% delle partenze rispetto al 2016. E quest’anno sono gia’ sbarcati 1.187 tunisini su un totale di 6.161 migranti (19% del totale). Ma soprattutto, dicono gli 007 nella Relazione annuale, perche’ “rispetto agli arrivi dalla Libia, quelli originati dalla Tunisia… sono essenzialmente autoctoni e prevedono sbarchi ‘occulti’, effettuati sottocosta per eludere la sorveglianza marittima aumentando con cio’, di fatto, la possibilita’ di infiltrazione di elementi…terroristici”. Intanto oggi una telefonata anonima che annunciava la presenza di una bomba alla Rinascente ha fatto scattare l’evacuazione precauzionale delle due sedi a Roma, in via del Tritone e in piazza Fiume. Sono state effettuate verifiche e bonifiche della polizia e poi l’allarme e’ poi rientrato.


Articolo pubblicato il giorno 25 Marzo 2018 - 21:07
Redazione

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